Sembra che alla fine, “l’utero in affitto” non diventerà legge in
Italia. Alle femministe è venuto qualche dubbio… Lo ha condannato, come
pratica degradante della donna, anche il parlamento europeo. Però in
Italia è stato parte della “grande lotta progressista sulle unioni
civili”, del ddl Cirinnà. Beninteso lo “utero in affitto” in Italia è
reato, ma la Cirinnà non vuole che siano punite le coppie che vanno
all’estero per affittare uteri. La Cirinnà e, notoriamente,
progressista, come il suo partito, che un tempo si proclamava difensore
della classe operaia, degli sfruttati in genere.
Diritti “arcobaleno”
Ora, la coppia italiana che va’ in Pakistan, India o Ucraina per
procurarsi l’utero in affitto, trova donne giovani e poverissime, le fa’
ingravidare a pagamento, fa’ condurre a loro la gestazione, e poi gli
prende il bambino. La madre affittata viene pagata con qualche migliaia
di euro. Perde ogni diritto sul bambino; ma che vuole? E’ stata pagata.
Questo è – tralasciata ogni altra considerazione – sfruttamento della
povertà. Anzi peggio, della miseria del Terzo Mondo su cui una volta
era “di sinistra” commuoversi e indignarsi. Come il traffico di
organi, come quelli che comprano un rene da un miserabile indiano o
ucraino. E’ un’azione che dovrebbe suscitare l’indignazione “di classe”
di un partito che un tempo era “avanguardia del proletariato” e lottava
“a fianco degli sfruttati”.
Adesso il PD, gli sfruttati, li sfrutta. Per la Cirinnà la coppia
ricca che torna col figlio deve essere immune dalle conseguenze penali
che prevede la legge italiana per chi faccia la stesa cosa in Italia;
ovviamente dà un grande sviluppo al mercato, già fiorente, dell’utero
delle povere in affitto, di cui si occupano grosse agenzie
internazionali: mettono in contatto la domanda e l’offerta. E ciò,
adesso, è progressista. Le Repubblica ci scrive sopra mielosi
reportages: “Noi donne divenute madri grazie all’utero in affitto”. Dove
una ricca italiana racconta di quando ha visto l’utero che aveva
pagato a Delhi: “Emozionante. Con mio marito Abbiamo conosciuto Latika,
capelli scuri e un grande sorriso, accanto aveva suo marito che fa il
conducente di autobus. Abbiamo parlato in inglese di quello che ci
aspettava, delle nostre storie, dei motivi che avevano fatto incrociare
le nostre vite: lei lo faceva per i suoi due figli, per pagargli
un’istruzione superiore. Per tutta la gravidanza abbiamo chiacchierato,
comunicato via skype, tenendoci in contatto mentre il desiderio cresceva
e si faceva più reale”.
“Il desiderio cresceva”: impagabile – i ricchi,i desideri se li
soddisfano, hanno i soldi. E lei, la donna indiana che ha dato l’utero
(fecondato con lo sperma del marito italiano)? “L’ha fatto per dare
un’istruzione ai suoi figli”.
La Repubblica osa la domanda:
Non è sfruttamento dei ricchi sui poveri?
Risposta di “LAURA”, l’italiana ricca: “Quello purtroppo c’è in tutto
il mondo, basti pensare ai minorenni sfruttati nelle fabbriche, alle
ragazzine vendute sulle strade senza che nessuno si scandalizzi. Qui
almeno c’era un rapporto tra adulti consapevoli, una libera scelta. Io,
se fossi stata al posto loro, nella loro situazione, probabilmente avrei
fatto la stessa cosa”. http://www.repubblica.it/salute/benessere-donna/gravidanza-e-parto/2015/12/09/news/noi_donne_diventate_madri_grazie_all_utero_in_affitto-129137441/ http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/gli-italiani-che-vanno-ucraina-cercare-un-utero-affitto
Adesso, dunque, lo sfruttatore della miseria è progressista e
illuminato se risponde: “Lo sfruttamento? C’è in tutto il mondo”. Una
volta era una frase da capitalista odioso, che se ne infischia dei
poveri; una volta, il progressista militava per “la liberazione degli
oppressi”, accusava il ricco,il “filisteo” borghese, che si accomodava
dell’ingiustizia sociale, essendone il favorito. Era progressista, una
volta, voler mettere fine per sempre allo sfruttamento dei ricchi sui
poveri; adesso non più. Adesso chi si oppone alla compravendita delle
donne povere perché si facciano ingravidare, non è progressista: è
oscurantista, cattolico reazionario, omofobo.
E’ proprio un modo comune di sentire, a sinistra; una callosa
abitudine, lo sfruttamento del povero. Non se ne accorgono nemmeno.
Alessandra Moretti, la candidata del PD alle regionali del Veneto, ha
una cosa in mente: come alloggiare quanti più profughi e immigrati
clandestini dal Medio Oriente? Questo è progressista: accogliamoli
tutti. Specie nelle regioni reazionarie che votano Lega. La Moretti sa
anche come fare: “I pensionati ospitino gli immigrati nelle loro case.
Un pensionato che ha un assegno esiguo potrebbe arrotondare ospitando un
profugo a casa sua: circa 35 euro al giorno sono una buona cifra per
chi ospita nella propria casa un immigrato”.
La progressista
Già: magari un immigrato maschio e minaccioso che terrorizza la
vecchietta sola, che depreda il fragile vecchietto e gli porta in casa
chissà chi, o la usa come base per lo spaccio, o che lo ammazza
addirittura. Ma il povero riceverà 35 euro dallo Stato, una pacchia
(glieli porterà via l’immigrato di sicuro) . Ma perché non comincia lei,
la candidata progressiste Moretti? “Ospitare un profugo a casa mia? mi
pare paradossale”. Eh certo, mica ha bisogno, lei, dei 35 euro.
Nemmeno si rende conto che quel che propone, la progressista, è
sfruttamento della miseria. Di più: un insulto alla miseria. I
pensionati sono bisognosi, dunque li subaffittiamo agli immigrati; la
burocrazia inadempiente pubblica ha prodotto sette milioni di pensionati
a 500 euro al mese, e perché dovrebbero schifare di mettersi in casa un
negro, un afghano, un musulmano siriano, e fargli da servo?
E si noti il tono con cui la tizia fa’ la sua proposta: un tono, come
dire?, padronale. Con la più callosa incoscienza e insensibilità per la
situazione reale degli “anziani” di cui straparla, povera vulnerabile
parte della società che più vive nella paura degli “extracomunitari”, e
ben a ragione. E’ l’illustrazione involontaria di come l’oligarchia
dei pubblici parassiti si senta padrona del popolo italiano,
che tassa per estrarne i proprio stipendi milionari, e della enorme
parte di assistiti che mantiene in miseria al suo servizio. Ci hanno
svenduto a stranieri il patrimonio pubblico che ci apparteneva (le
privatizzazioni). Ci considerano loro servi. E sono progressisti.
L’idea della Moretti sta sul piano di quella attribuita (falsamente) a
Maria Antonietta: “ il popolo non ha pane? Mangi la brioche”. Ma se
anche l’avesse detta, Maria Antonietta aveva la scusante d’essere nata
aristocratica, e non aver mai preteso di definirsi progressista. Invece
la Moretti è “democratica” e dunque progressista per definizione. E’ di
sinistra. Una volta era di sinistra “lottare” per aumenti di
pensioni e salari. Adesso è di sinistra insultare i poveri e i vecchi e
cercare di metterli a servire degli ospiti indesiderati, ignoti e
pericolosi. E’ di sinistra sottometterli a prestazioni sgradevoli e
pesanti per una paga da fame: una volta si chiamavano corvées; ma era
l’Ancien Régime monarchico, mica la democrazia.
E’ proprio una mentalità generale che ha conquistato il progressismo,
che l’ha invertito dalla sua posizione storica. In tutta Europa. Dopo i
fatti criminali commessi dai “profughi” jihadisti a Colonia, i media
progressisti hanno taciuto per non essere “discriminatori”. Adesso s’é
saputo che cose peggiori hanno commesso in Svezia, da mesi, i cosiddetti
profughi musulmani contro le donne, e il governo stesso ha taciuto e
non punito né perseguito i colpevoli. Omertà progressista. Perché? Per
non violare i “diritti umani” si tacciono e non si puniscono gli stupri
di massa. E’ proprio così: in nome di “diritti” astratti, nemmeno mai
definiti (1), si consente la violazione del diritto più elementare,
primordiale e certo, quello all’intimità della propria persona fisica.
Nelle piscine tedesche
Il Progressismo già s’era ridotto a perseguire, definendole come
“conquiste di sinistra”, legalizzazioni mortuarie e cadaveriche come
l’aborto, l’eutanasia, il rimestare embrioni congelati, l’uso di
stupefacenti. Adesso adotta come “avanzato” e innovativo lo sfruttamento dei ricchi sui poveri.
Forse sarebbe arrivato il momento che la sinistra si facesse un esame
di coscienza. Se avesse coscienza. Resta l’utilità di un esame
intellettuale curioso: com’è arrivato, il progressismo, alla sua stessa
inversione? La risposta è forse nella domanda. Da quando il progressismo
ha adottato come suo compito i “diritti” degli invertiti, non poteva che finire così, nell’inversione di tutti i valori.
Note
1 – “Dogmi fluidi, liberamente reinterpretati”: così magistralmente li definisce Giuseppe Reguzzoni (Il liberalismo illiberale, come il politicamente corretto è divenuto la nuova religione civile delle società liberali
– Antaios, 2015, euro 13). “Mentre l’Europa e l’Occidente lodano il
resto del mondo quando rispetta i diritti umani e arriva persino a porre
il rispetto di questi ultimi come condizione per fornire aiuti
umanitari, i politici europei si rifiutano di stabilire in maniera
obbiettiva quali siano i contenuti reali di questi diritti”. Da qui “i
tratti di slealtà che sono caratteristici del linguaggio politicamente corretto” che guasta nel profondo la civiltà cosiddetta occidentale.
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