martedì 19 gennaio 2016

“MISSION ACCOMPLISHED, LORD ROTHSCHILD!”

 

“Fondi e trust stranieri hanno deciso di comprarsi ( tra qualche mese)  il resto delle nostre banche e i loro immobili posti a garanzia dagli italiani, per quattro soldi…”



“MISSION ACCOMPLISHED, LORD ROTHSCHILD!”
Dopo gli ultimi crolli in borsa, sulle rovine fumanti del Sistema bancario italiano, riempito di sofferenze, decotto, e grazie a ciò oramai interamente svenduto alla grande finanza imperialista, che ormai possiede al 95% anche la Banca d’Italia, ora Renzi può raccogliere il frutto dell’azione dei suoi predecessori filobancari da Veltroni in poi, e annunciare al suo patron americano il fatidico “Mission accomplished!” Con un grazie sonoro a tutto l’ampio mercenariato pseudo-intellettuale della sinistra (oggi liberal e filoamericano), nei media, nelle scuole, nella “giustizia”, nonché ai babbei della sua base elettorale, senza la cui fede non sarebbe stato possibile consegnare il Paese interamente e dal suo interno agli interessi privati stranieri, né omogeneizzarlo alla loro cultura e ai loro valori, strumentalmente congegnati, dissolvendone l’identità storica.
Il take-over delle non molte banche italiane tuttora italiane è annunciato da Wall Street Italia nell’articolo attaccato qui sotto. Renzi è così sul punto di portare a compimento la lunga road map di riforme bancarie e finanziarie commissionata alla sinistra italiana, da Andreatta in poi, che, iniziata nel 1981 col rendere la Banca d’Italia indipendente da governo e parlamento, e col privatizzare il finanziamento del debito pubblico, ha rapidamente raddoppiato il medesimo, creando ad arte una situazione di cronica emergenza, sulla cui onda la sinistra (spesso con l’appoggio dei filoamericani del centro) ha poi eseguito le successive riforme, sopra tutte l’abolizione del Glass Steagall Act (omologo italiano), l’autorizzazione della creazione bancaria di moneta elettronica per i prestiti,  l’autorizzazione al massiccio uso truffaldino dei derivati finanziari, l’ingresso nel Sistema Europeo delle Banche Centrali, la riforma della Banca d’Italia nel 2006, la sua definitiva privatizzazione-esterizzazione nel 2014, l’adesione agli accordi privati di Basilea I, II, III, che erano studiati per lasciare senza credito le imprese italiane in favore delle grandi imprese nordeuropee, l’introduzione del fiscal compact e del bail-in, e la sistematica negligenza dei controlli sul deterioramento dei crediti delle banche (sofferenze arrivate a oltre 300 miliardi) e sulla concessione di prestiti compiacenti agli amici e ai raccomandati – che poi non pagano.
Era tutto preordinato a due obiettivi:
-sul lato esterno, per consegnare il sistema bancario italiano, compresa la Banca d’Italia, quindi il potere economico-politico sul Paese, ai finanzieri stranieri, trasformando l’Italia in una loro dipendenza, quale è ora, e le sue istituzioni in altrettante marionette, senza alcuna libertà di scelta politica;
-sul lato interno, per consentire ai finanzieri nazionali e ai loro affiliati politici di mantenere i loro privilegi e continuare a saccheggiare il risparmio e i beni reali degli Italiani senza mai pagare il fio.
La riforma della Costituzione della legge elettorale che Renzi sta completando, è il perfezionamento di questo disegno, in quanto consentirà ai suoi mandanti della grande finanza di governare un paese immiserito e lacerato, vanificando ogni possibile opposizione, pilotando un unico uomo che controlla partito, parlamento, Quirinale, CSM, commissioni di controllo. E al contempo consentirà alla partitocrazia di impedire alla parte non allineata della magistratura e dei mass media di scoprire e far conoscere i traffici criminali della medesima partitocrazia: casi quali Mafia Capitale e Banca Etruria non potranno più venire alla luce, dopo la conferma referendiaria della riforma costituzionale – conferma comperata da Renzi con la riforma della riscossione del canone Rai, che porterà ai dirigenti Rai circa 300 milioni in più, così da fidelizzarli al PD e da renderli leali sostenitori della sua linea.
I fatti stanno confermando, insomma, che la politica italiana si regge ormai strutturalmente sull’alleanza tra la partitocrazia interna e le lobby finanziarie esterne, alleanza per spartirsi le risorse del Paese.

Fonte: marcodellaluna.info

articolo da Wall Street Italia 

Banche italiane sotto attacco, bagno di sangue su Mps: -15%

 

18 gennaio 2016, di Laura Naka Antonelli


ROMA (WSI) – Bagno di sangue sui titoli bancari italiani, ormai sotto attacco dall’inizio del 2016. Mps sorvegliato speciale: le quotazioni della banca senese crollano oltre -16%, vengono sospese per eccesso di ribasso e aggiornano il minimo storico, scivolando fino a quota 0,75 euro.
La banca in Borsa vale solo 2,2 miliardi di euro, al di sotto dei tre miliardi dell’aumento di capitale lanciato lo scorso anno.
Ma nella sessione odierna, vengono congelati al ribasso anche altri titoli bancari scambiati sul listino benchmark Ftse Mib di Borsa Italiana: il panic selling non risparmia le banche popolari, che entrano anch’esse in asta di volatilità.
Numeri da bollettino di guerra, che portano l’indice di settore delle banche italiane a estendere le perdite del 2016 a oltre -16%. E per i broker non sarebbe finita. L’indice settoriale ha ceduto fino al -5% nella sessione di oggi, contro il -2% circa del sottoindice che monitora la performance dei titoli bancari europei.
Stando a quanto riporta un articolo di Reuters, aumenta il nervosismo degli investitori su come gli istituti riusciranno a far fronte a un contesto caratterizzato da bassi tassi di interesse – ostacolo alla loro redditività – e alla montagna di 200 miliardi di euro di crediti deteriorati che è improbabile verrà rimborsata dai debitori.
JP Morgan lo ha detto chiaramente: i titoli delle banche italiane devono essere evitati, in quanto i bassi tassi di interesse metteranno sotto pressione i ricavi più che nei casi di altre banche di altri paesi. La divisione di ricerca della banca Usa favorisce le banche spagnole, anche perchè a suo avviso i titoli vengono scambiati a premio rispetto alla possibilità di operazioni di M&A, che sarebbero state invece già in parte scontate dal settore bancario italiano.

I motivi del crollo

Gli interrogativi e i dubbi prendono di mira soprattutto il titolo Mps, che ha disperatamente bisogno di un partner con cui avviare una operazione di fusione, di una sorta di banca salvatrice che possa garantire la sua sopravvivenza. Ma il cavaliere bianco non si vede all’orizzonte.
La banca è uscita indebolita dagli ultimi aumenti di capitale e gli investitori hanno paura che se come sembra resterà fuori dal risiko del settore delle popolari subirà gravi conseguenze. Il progetto per la creazione di una bad bank in cui parcheggiare i crediti deteriorati, inoltre, è ancora in alto mare.
L’attenzione è sempre di più su una fusione tra BPM e BP. Pop Milano è anche nelle mire di Ubi Banca. E certo, in tutto questo, non si può dimenticare l’effetto che il decreto salva banche ha avuto sulla fiducia dei correntisti verso gli istituti italiani.
Secondo Affari & Finanza di Repubblica, gli advisor Ubs e Citi in sei mesi non sono riusciti a catalizzare l’interesse concreto di un partner. Versando in una condizione di intrinseca fragilità, Mps finisce così nel vortice del panic selling, con le vendite degli speculatori che si auto alimentano.
Le azioni Monte dei Paschi di Siena hanno azzerato nell’ultimo mese il 20% del proprio valore, cedendo ben il -50% negli ultimi 6 mesi.

Commenta il dr Alessandro Govoni, consulente (tra l’altro) di alcuni dei pochi magistrati che capiscono e contrastano le manovre politico-finanziarie di colonizzazione dell’Italia:

ore 8.15 di ieri lunedi 18/1, gli italiani vanno al lavoro tranquilli…hanno appena letto dai sottotitoli che compaiono su tg com 24 e su rainew  che piazza affari ed addirittura  i titoli bancari, (poi crollati  a partire dalle 9.30, in un ora , del 16% -si era scritto sabato che sarebbero crollati del 3/4 % per  3/4 giorni , ci si era sbagliati sono crollati in un giorno solo-) , sono in aumento.
Ma cosa trasmettono Rainews e tgcom 24? Trasmettono coi sottotitoli notizie Ansa.
Ma chi è l’Ansa ? Dal libro Colonia Italia  edizione chiarelettere appena pubblicato si legge che da un file  desecretato nel 2015 forse per errore da un archivio periferico di Stato del Regno Unito, l’ ANSA è controllata dalla Reuters, la  Reuters è l’agenzia di stampa della Corona inglese . quindi a noi giungono notizie filtrate o dettate dalla Corona inglese..
Ma cosa è successo ieri Lunedi 18 gennaio 2016?
Sabato 16/1 scadevano a livello mondiale le opzioni . Cosa hanno fatto allora i fondi e trust stranieri?
Mesi prima avevano pompato la borsa,  come ?
Si spiega  la tecnica con parole semplici ,  come il sito di Borsa Italiana , di Bankitalia spa,  wikipedia , della Consob o  la Treccani (presidente della treccani è  stato fino al 2014 giuliano amato),    mai vi spiegherebbero
Come avevano fatto fondi e trust stranieri a pompare la borsa italiana mesi prima ? acquistando titoli allo scoperto ossia acquistandoli senza in realtà comprarli,  titoli il cui valore nominale supponiamo era  100 euro per azione , li hanno comprati per esempio  a 80 euro quando la loro quotazione era bassa , ma questi in sostanza ordinativi di acquisto hanno l’effetto che in gergo è detto pump , di pompare verso l’alto la quotazione reale dei titoli. A scadenza dell’opzione , appunto Sabato 16 Gennaio 2016  fondi e trust stranieri hanno venduto , sempre senza possedere i titoli , incassando 120 euro perchè nel frattempo i loro ordinativi precedenti avevano fatto aumentare la quotazione reale dei titoli .
Ma cosa hanno fondi e trust stranieri il giorno prima della scadenza dell’opzione del 16/1/2016? Il giorno prima , venerdi 15 Gennaio 2016 quando i telegiornali hanno trasmesso la notizia “bruciati 830 miliardi di dollari ” fondi e trust stranieri hanno venduto per davvero tutti i titoli bancari che avevano nel portafoglio , sono riusciti  a vendere perche la borsa era ancora alta in quanto l’avevano pompata loro in modo artificioso con l’operazione descritta prima di acquisto allo scoperto.
Ma possibile che questi movimenti allo scoperto che possono avvenire anche a borsa chiusa e che si possono seguire in tempo reale sul sito  it.investing.com/indices/future  i nostri organi di vigilanza non li abbiano visti e non abbiano pensato bene di chiudere Piazza Affari  lunedi 18/1/2016 come hanno fatto gli americani?
Non pensate che certe feste (marthin luther king day) non cadano e quindi certe chiusure della borsa USA non cadano apposta .
Piazza Affari è gestita da Borsa Italiana, Borsa italiana è di proprietà della London Stock Exchange di Londra , la stessa che controlla Wall Strett e la borsa di Londra, di proprietà tutte degli stessi fondi e trust anglo -americani ed arabi.
Questi fautori del libero mercato , hanno creato in sostanza un mercato che non è affatto libero.

Se Piazza Affari fosse rimasta chiusa ieri  Lunedi 18 gennaio 2016,  vedendo tutti i movimenti che stavano per compiersi e che si erano compiuti tra Sabato e Domenica fuori borsa sulle opzioni ,  non sarebbe stato permesso lo scempio che è accaduto ieri sulle nostre banche .
Ma da quale parte stanno i nostri vigilanti?
fondi e trust stranieri vogliono proprio comprare le nostre banche ed immobili connessi dal fallimento delle stesse a meno di 1 euro per azione ? Si spera che lo stato italiano, intendendo per Stato italiano esclusivamente la Magistratura ed i cittadini, non lo permettano e che sia lo Stato italiano ossia il Tesoro, come è avvenuto nell’Ottobre del  2008 negli Stati Uniti e nel Regno Unito,  a comprasi le azioni a 1 euro per azione dal probabile fallimento di alcune, speriamo non tutte, nostre  banche.
Il Tesoro del Regno Unito comprò,anzi sequestrò,  nell’ottobre del 2008, le quote di The Royal Bank of Scotland, prima banca del Regno Unito e quinta banca al mondo , nazionalizzò una cinquantina di banche e di assicurazioni fallite , il Tesoro degli Stati Uniti ha nazionalizzato sempre nell’ottobre del 2008,   AIG la piu grande compagnia di assicurazione  al mondo, nazionalizzando in sostanza la raccolta del risparmio, ha nazionalizzato Fanny e  Mac, leader dei mutui ipotecari  , ha lasciato fallire Lehman , quarta banca d’affari degli Usa, per poi pretendere dagli acquirenti dal fallimento, anche di Bear stars , terza banca d’affari , una partecipazione agli utili .
La Magistratura statunitense non ha mai smesso di comminare multe da ottobre 2008 a questi banchieri privati: 13 miliardi di dollari a Jp Morgan, 17 a bank of America che non è la banca dell’america, ma una banca privata, 7 miliardi a Deutsche Bank, e l’altro giorno a Goldman Sachs 5 miliardi di dollari di multa, attenzione sono solo un paio di Procure statunitensi che stanno procedendo per conto di alcuni Stati confederati, immaginiamoci quando arriveranno anche gli altri .  I legislatori statunitensi ed inglesi hanno promulgato nel 2012 e nel 2011 rispettivamente la Volker Rule e la Vickers Reform che ripristina la separazione tra banche di prestito e banche speculative e che inibisce in sostanza questa ignobile creazione elettronica dei prestiti cd politici, a politici e compagnia bella, raccomandati, clienterali, milioni , miliardi di euro con a garanzia solo un campo di margherite od un orto di 20 mq, mentre a famiglie,  imprese ed enti locali italiani che ne hanno veramente bisogno, garanzie impossibili e tassi usurai , derivati truffaldini  e quant’altro.
Dietro le nostre banche con maggioranze azionarie schiaccianti attraverso delegati persone fisiche abbiamo visto, ci sono sempre loro, fondi e trust stranieri,  che incassano dagli italiani i proventi dei tassi usurai , delle perdite su derivati , che incassano le rate dei prestiti divenute, anche le quote capitali, oltretutto eluse al fisco,  tutto guadagno per loro in Italia  dal 1992 per effetto del d.lgs n. 481 del 14 dicembre 1992 , rischiando il banchiere, di suo,  dal 1992 in italia  solo l’8% del prestito concesso alla clientela…

domenica 17 gennaio 2016

Il diritto di chi non può parlare

(di - 16 gennaio 2016)

La discussione sulla proposta di legge Cirinnà riporta alla luce il tema delle adozioni agli omosessuali e dell’utero in affitto. Opinioni e commenti che però guardano nell’unica prospettiva rivolta al diritto (o non diritto) della coppia a poter avere un bambino, mai alla posizione di quel nascituro che Kant definiva ‘soggetto debole’ e perciò facilmente determinabile come 'mezzo per raggiungere i fini degli altri'.
In Italia sta per scoppiare la miccia ‘Unioni civili’ per via del progetto di legge Cirinnà che il prossimo 28 Gennaio farà ingresso in Senato per la sua esamina. In realtà la miccia è stata accesa da tempo ma è un’esplosione che tarda ad arrivare mentre si consuma quello che invece è un vero e proprio scontro televisivo tra favorevoli (al progetto di legge) e contrari. I primi che auspicano il riconoscimento delle unioni civili per le coppie gay contestualmente allo stepchild adoption, ovvero alla responsabilità genitoriale sul figlio del partner (Art. 5 Ddl); i secondi che già intravedono il rischio di una successiva completa assegnazione dei diritti di filiazione alle coppie omosessuali, anche attraverso il ricorso all’istituto dell’Utero in affitto, attualmente vietato in Italia dalla legge 40/2000 ma praticamente eluso grazie al ricorso alle trascrizioni.
Il dibattito è dunque aperto e tale resterà finché nei Palazzi del potere la decisione non verrà presa. Tema all’ordine del giorno? Diciamoci la verità: il ‘diritto’ ad avere un bambino. Dietro al riconoscimento delle coppie omosessuali si cela infatti l’unico obiettivo che è quello di permettere ad una coppia composta da due persone dello stesso sesso di adottare un bambino ed aver riconosciuta la potestà genitoriale, seppur adesso limitata al solo figlio biologico di uno dei due.
Ciò che però merita attenzione è il fatto che ogni discussione, ogni dibattito, così come ogni opinione si aprono nell’unica prospettiva rivolta al diritto (o non diritto) della coppia a poter avere un bambino. Mai o quasi mai invece, viene sottolineata la posizione del soggetto passivo, il bambino. Soprattutto in quei casi in cui, riprendendo Kant, ‘l’autodeterminazione degli adulti si esprime come diritto del più forte sul più debole’, il nascituro. L’attenzione mediatica rivolge principalmente i suoi riflettori su coloro che vogliono, pretendono, ottengono; non su colui che viene procreato, messo al mondo e spinto tra le braccia di un perfetto sconosciuto.
Il rischio, di per sé innegabile, è che l’approvazione della legge Cirinnà spingerà molte coppie omosessuali (come già fanno quelle eterosessuali) a ricorrere all’uso dell’utero in affitto in tutti quei Paesi che lo riconoscono. Dall’America all’Ucraina, dall’India al Nepal: il mondo è pieno di donne pronte a vendersi per puro guadagno o di centri specializzati pronti ad offrire veri e propri “pacchetti” di bambini come fossero offerte telefoniche. Mai nessuno però a soffermarsi sul diritto dell’unico soggetto che invece diviene oggetto di un “capriccio”. Non un dono che, come tutti i doni, se non arriva ci induce a farcene una ragione. Ma un capriccio bello e buono avanzato da chi necessita di appagare una mancanza, un vuoto, un bisogno della propria vita. “Abbiamo pensato che sia l’ORA di avere un bambino”, oppure “Entro i 40anni voglio un figlio” (cit. Tiziano Ferro).
Avete pensate a cosa direbbe quel bambino strappato dalle braccia di sua madre nel momento più traumatico della propria esistenza? Un bambino che non sa, che non si esprime, che non ha colpe, ma che in quella manciata di minuti che lo dividono dal grembo da cui viene partorito, esprime il solo istintivo desiderio di riposare sul petto di quella donna ‘sconosciuta’ ma che sente già sua. Un contatto vitale che diventa armonizzazione dei due battiti del cuore, delle due temperature corporee, di due esistenze che per ben nove mesi sono state una sola. La natura non ha bisogno di parole, di spiegazioni. Perché la natura ha un suo equilibrio, lo stesso che l’uomo moderno vuole spezzare, controllare, distruggere, mercificare. A nulla è dunque valso l’imperativo categorico kantiano che imponeva di agire trattando l’umanità sempre anche come un fine e mai unicamente come un mezzo.
«Ma l’uomo considerato come persona è elevato al di sopra di ogni prezzo, perché come tale egli deve essere riguardato non come mezzo per raggiungere i fini degli altri e nemmeno i suoi propri, ma come un fine in sé; vale a dire egli possiede una dignità (un valore interiore assoluto), per mezzo della quale costringe al rispetto di se stesso tutte le altre creature ragionevoli del mondo ed è questa dignità che gli permette di misurarsi con ognuna di loro e di stimarsi loro uguale». 
Kant «Dottrina della virtù» 11 (A 93)







Adesso è di sinistra sfruttare i poveri…


Sembra che alla fine, “l’utero in affitto” non diventerà legge in Italia.  Alle femministe è venuto qualche dubbio… Lo ha condannato, come pratica degradante della donna, anche il parlamento europeo. Però in Italia è stato parte della “grande lotta progressista sulle unioni civili”, del ddl Cirinnà. Beninteso lo “utero in affitto” in Italia è reato, ma la Cirinnà non vuole che siano punite le coppie che vanno all’estero per affittare uteri. La Cirinnà e, notoriamente, progressista, come il suo partito, che un tempo si proclamava difensore della classe operaia, degli sfruttati in genere.






Dirittti "arcobaleno"
Diritti “arcobaleno”
Ora, la coppia italiana che va’ in Pakistan, India o Ucraina per procurarsi l’utero in affitto, trova donne giovani e poverissime, le fa’ ingravidare a pagamento, fa’ condurre a loro la gestazione, e poi gli prende il bambino. La madre affittata viene pagata con qualche migliaia di euro. Perde ogni diritto sul bambino; ma che vuole? E’ stata pagata.
Questo è – tralasciata ogni altra considerazione – sfruttamento della povertà. Anzi peggio, della miseria del Terzo Mondo su cui una volta era “di sinistra” commuoversi e indignarsi.    Come il traffico di organi, come quelli che comprano un rene da un miserabile indiano o ucraino. E’ un’azione che dovrebbe suscitare l’indignazione “di classe” di un partito che un tempo era “avanguardia del proletariato” e lottava “a fianco degli sfruttati”.
Adesso il PD, gli sfruttati, li sfrutta. Per la Cirinnà la coppia ricca che torna col figlio   deve essere immune dalle conseguenze penali che prevede la legge italiana per chi faccia la stesa cosa in Italia; ovviamente dà un grande sviluppo al mercato, già fiorente, dell’utero delle povere in affitto, di cui si occupano grosse agenzie internazionali: mettono in contatto la domanda e l’offerta. E ciò, adesso, è progressista. Le Repubblica ci scrive sopra mielosi reportages: “Noi donne divenute madri grazie all’utero in affitto”. Dove una ricca italiana   racconta di quando ha visto l’utero che aveva pagato a Delhi: “Emozionante. Con mio marito Abbiamo conosciuto Latika, capelli scuri e un grande sorriso, accanto aveva suo marito che fa il conducente di autobus. Abbiamo parlato in inglese di quello che ci aspettava, delle nostre storie, dei motivi che avevano fatto incrociare le nostre vite: lei lo faceva per i suoi due figli, per pagargli un’istruzione superiore. Per tutta la gravidanza abbiamo chiacchierato, comunicato via skype, tenendoci in contatto mentre il desiderio cresceva e si faceva più reale”.
“Il desiderio cresceva”: impagabile – i ricchi,i desideri se li soddisfano, hanno i soldi. E lei, la donna indiana che ha dato l’utero (fecondato con lo sperma del marito italiano)? “L’ha fatto per dare un’istruzione ai suoi figli”.
La Repubblica osa la domanda:

Non è sfruttamento dei ricchi sui poveri?

Risposta di “LAURA”, l’italiana ricca: “Quello purtroppo c’è in tutto il mondo, basti pensare ai minorenni sfruttati nelle fabbriche, alle ragazzine vendute sulle strade senza che nessuno si scandalizzi. Qui almeno c’era un rapporto tra adulti consapevoli, una libera scelta. Io, se fossi stata al posto loro, nella loro situazione, probabilmente avrei fatto la stessa cosa”.
http://www.repubblica.it/salute/benessere-donna/gravidanza-e-parto/2015/12/09/news/noi_donne_diventate_madri_grazie_all_utero_in_affitto-129137441/
http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/gli-italiani-che-vanno-ucraina-cercare-un-utero-affitto
Adesso, dunque, lo sfruttatore della miseria è progressista e illuminato se risponde: “Lo sfruttamento? C’è in tutto il mondo”. Una volta era una frase da capitalista odioso, che se ne infischia dei poveri; una volta, il progressista militava per “la liberazione degli oppressi”, accusava il ricco,il “filisteo” borghese, che si accomodava dell’ingiustizia sociale, essendone il favorito.  Era progressista, una volta, voler mettere fine per sempre allo sfruttamento dei ricchi sui poveri; adesso non più. Adesso chi si oppone alla compravendita delle donne povere perché si facciano ingravidare, non è progressista: è oscurantista, cattolico reazionario, omofobo.
E’ proprio un modo comune di sentire, a sinistra;   una callosa abitudine, lo sfruttamento del povero.   Non se ne accorgono nemmeno. Alessandra Moretti, la candidata del PD alle regionali del Veneto, ha una cosa in mente:   come alloggiare quanti più profughi e immigrati clandestini dal Medio Oriente? Questo è progressista: accogliamoli tutti. Specie nelle regioni reazionarie che votano Lega. La Moretti sa anche come fare: “I pensionati ospitino gli immigrati nelle loro case. Un pensionato che ha un assegno esiguo potrebbe arrotondare ospitando un profugo a casa sua: circa 35 euro al giorno sono una buona cifra per chi ospita nella propria casa un immigrato”.






La progressista
La progressista
Già: magari un immigrato maschio e minaccioso che terrorizza la vecchietta sola, che depreda il fragile vecchietto e gli porta in casa chissà chi, o la usa come base per lo spaccio, o che lo ammazza addirittura. Ma il povero riceverà 35 euro dallo Stato, una pacchia (glieli porterà via l’immigrato di sicuro) . Ma perché non comincia lei, la candidata progressiste Moretti? “Ospitare un profugo a casa mia? mi pare paradossale”. Eh certo, mica ha bisogno, lei, dei 35 euro.
Nemmeno si rende conto che quel che propone, la progressista, è sfruttamento della miseria. Di più: un insulto alla miseria.   I pensionati sono bisognosi, dunque li subaffittiamo agli immigrati; la burocrazia inadempiente pubblica ha prodotto sette milioni di pensionati a 500 euro al mese, e perché dovrebbero schifare di mettersi in casa un negro, un afghano, un musulmano siriano, e fargli da servo?
E si noti il tono con cui la tizia fa’ la sua proposta: un tono, come dire?, padronale. Con la più callosa incoscienza e insensibilità per la situazione reale degli “anziani” di cui straparla, povera vulnerabile parte della società che più vive nella paura degli “extracomunitari”, e ben a ragione.   E’ l’illustrazione involontaria di come l’oligarchia dei pubblici parassiti si senta padrona del popolo italiano, che tassa per estrarne i proprio stipendi milionari, e della enorme parte di assistiti che mantiene in miseria al suo servizio. Ci hanno svenduto a stranieri il patrimonio pubblico che ci apparteneva (le privatizzazioni). Ci considerano loro servi. E sono progressisti.
L’idea della Moretti sta sul piano di quella attribuita (falsamente) a Maria Antonietta: “ il popolo non ha pane? Mangi la brioche”. Ma se anche l’avesse detta, Maria Antonietta aveva la scusante d’essere nata aristocratica, e non aver mai preteso di definirsi progressista. Invece la Moretti è “democratica” e dunque progressista per definizione. E’ di sinistra.  Una volta era di sinistra “lottare” per aumenti di pensioni e salari. Adesso è di sinistra insultare i poveri e i vecchi e cercare di metterli a servire degli ospiti indesiderati,   ignoti e pericolosi. E’ di sinistra sottometterli a prestazioni sgradevoli e pesanti per una paga da fame: una volta si chiamavano corvées; ma era l’Ancien Régime monarchico, mica la democrazia.
E’ proprio una mentalità generale che ha conquistato il progressismo, che l’ha invertito dalla sua posizione storica. In tutta Europa. Dopo i fatti criminali commessi dai “profughi” jihadisti a Colonia, i media progressisti hanno taciuto per non essere “discriminatori”. Adesso s’é saputo che cose peggiori hanno commesso in Svezia, da mesi, i cosiddetti profughi musulmani contro le donne,   e il governo stesso ha taciuto e non punito né perseguito i colpevoli. Omertà progressista. Perché? Per non violare i “diritti umani” si tacciono e non si puniscono gli stupri di massa. E’ proprio così: in nome di “diritti” astratti, nemmeno mai definiti (1), si consente la violazione del diritto più elementare, primordiale e certo, quello all’intimità della propria persona fisica.






Nelle piscine tedesche
Nelle piscine tedesche
Il Progressismo già s’era ridotto a perseguire, definendole come “conquiste di sinistra”,   legalizzazioni mortuarie e cadaveriche come l’aborto, l’eutanasia, il rimestare embrioni congelati, l’uso di stupefacenti. Adesso adotta come “avanzato” e innovativo lo sfruttamento dei ricchi sui poveri. Forse sarebbe arrivato il momento che la sinistra si facesse un esame di coscienza. Se avesse coscienza.   Resta l’utilità di un esame intellettuale curioso: com’è arrivato, il progressismo, alla sua stessa inversione? La risposta è forse nella domanda. Da quando il progressismo ha adottato come suo compito i “diritti” degli invertiti, non poteva che finire così, nell’inversione di tutti i valori.

Note
1 – “Dogmi fluidi, liberamente reinterpretati”: così magistralmente li definisce Giuseppe Reguzzoni (Il liberalismo illiberale, come il politicamente corretto è divenuto la nuova religione civile delle società liberali – Antaios, 2015, euro 13). “Mentre l’Europa e l’Occidente lodano il resto del mondo quando rispetta i diritti umani e arriva persino a porre il rispetto di questi ultimi come condizione per fornire aiuti umanitari, i politici europei si rifiutano di stabilire in maniera obbiettiva quali siano i contenuti reali di questi diritti”. Da qui “i tratti di slealtà che sono caratteristici del linguaggio politicamente corretto” che guasta nel profondo la civiltà cosiddetta occidentale.

Fonte: www.maurizioblondet.it

venerdì 15 gennaio 2016

Occhio alla UE: I Gulag iniziarono esattamente così. Il dissidente russo che ci mise in guardia.

Occhio alla UE - I Gulag iniziarono esattamente così - Vladimir Bukowsky
Vladimir Bukovsky è uno scrittore, neurofisiatra e attivista dissidente russo che ha trascorso 12 anni nelle prigioni psichiatriche russe e nei campi di lavoro, per aver difeso i diritti umani durante gli anni ’60 e gli anni ’70. Il suo ultimo periodo di prigionia risale al 1971. Arrivò in occidente nel 1976 e oggi vive a Cambridge. Ha sperimentato sulla sua pelle un sistema che egli considera sinistramente simile a quello che oggi ci viene imposto con l’Unione Europea. Ecco il video, che ho tradotto e sottotitolato per voi, nel quale esprime pensieri pesanti come macigni, che dovrebbero scuotere anche le coscienze più sopite.
E’ veramente un enigma per me capire perché, dopo avere appena seppellito un mostro, l’Unione Sovietica, ne stiamo costruendo un altro notevolmente simile: l’Unione Europea. Esattamente, cos’è l’Unione Europea? Forse, esaminando la sua versione sovietica, possiamo trovare la risposta.
L’Unione Sovietica era governata da quindici persone non elette che si attribuivano incarichi l’un l’altro e che non erano tenuti a rispondere a nessuno. L’Unione Europea è governata da due dozzine di persone non elette, che si attribuiscono incarichi l’un l’altro, si incontrano in segreto, non devono rispondere a nessuno e che non possiamo rimuovere.
Uno potrebbe dire che l’Unione Europea ha un Parlamento eletto. Beh, anche l’Unione Sovietica aveva una specie di Parlamento, il Soviet Supremo, che si limitava a timbrare le decisioni del Politburo più o meno come fa oggi il Parlamento dell’Unione Europea, dove i tempi di parola nella plenaria sono limitati all’interno di ciascun gruppo e spesso ammontano a un solo minuto per oratore. Nell’Unione Europea ci sono centinaia di migliaia di euroburocrati con altissimi stipendi, con i loro staff, i loro servitori, i loro bonus, i loro privilegi, la loro immunità a vita dai procedimenti penali, che semplicemente ruotano da una posizione all’altra, non importa quali siano i loro risultati o i loro insuccessi. Non è esattamente come nel regime sovietico?
L’Unione Sovietica è stata creata attraverso una coercizione e in molti casi con l’occupazione militare. L’Unione Europea è stata creata, a dire il vero, senza l’uso della forza militare, ma grazie alla coercizione e alla prepotenza economica.
Per continuare ad esistere, l’Unione Sovietica si espanse sempre di più. Quando smise di espandersi, iniziò a collassare e io sospetto che lo stesso sia vero per l’Unione Europea.
A noi venne detto che l’obiettivo dell’Unione Sovietica era quello di creare una nuova entità storica, il popolo sovietico, e che dovevamo dimenticare le nostre nazionalità, le nostre tradizioni etniche e le nostre usanze. La stessa cosa sembra accadere con l’Unione Europea, dal momento che non vogliono che voi siate inglesi o francesi: vogliono che voi siate tutti appartenenti a una nuova fattispecie storica, gli europei, per sopprimere tutti i vostri sentimenti nazionali e vivere come una comunità multinazionale. Dopo 73 anni, questo sistema nell’Unione Sovietica ha condotto a più conflitti etnici che in qualunque altra parte del mondo. Nell’Unione Sovietica uno dei grandi obiettivi era la distruzione dello stato nazione e questo è esattamente ciò che osservo in Europa oggi. Bruxelles vuole assorbire gli stati nazione in modo che cessino di esistere.
La corruzione, nell’Unione Sovietica, si propagava dall’alto verso il basso e così accade nell’Unione Europea. La stessa attività di corruzione endemica che noi abbiamo visto nella vecchia Unione Sovietica sta prosperando nell’Unione Europea. Coloro che si oppongono o che lo evidenziano vengono messi a tacere o allontanati. Non è cambiato niente.
Nell’Unione Sovietica avevamo i Gulag. Io penso che abbiamo un Gulag anche nell’Unione Europea: un Gulag intellettuale chiamato “politically correct“. Quando chiunque cerca di esprimersi su questioni relative alla razza o alla differenziazione di genere, o se le sue opinioni differiscono da quelle approvate, viene ostracizzato. Questo è l’inizio del Gulag, l’inizio della perdita della libertà.
Nell’Unione Sovietica ci hanno detto che avevamo bisogno di uno stato federale per evitare le guerre. Nell’Unione Europea vi stanno dicendo esattamente la stessa cosa. In breve, la stessa ideologia sorregge entrambi i sistemi.
L’Unione Europea non è nient’altro che il vecchio modello sovietico presentato in vesti occidentali. Ma ancora, come per l’Unione Sovietica, l’Unione Europea ha dentro di sé i germi della sua fine. Sfortunatamente, quando collasserà – e lo farà – lascerà dietro di sé una distruzione di massa e noi ci troveremo con enormi problemi economici ed etnici.
La vecchia Unione Sovietica era incapace di riformarsi. Così è per l’Unione Europea. Ma c’è un’alternativa all’essere governati da quelle due dozzine di auto-incaricati funzionari di Bruxelles: si chiama “indipendenza“. Non siete costretti ad accettare quello che hanno pianificato per voi. Dopo tutto, nessuno vi ha mai chiesto se volevate esserne parte.
Io ho vissuto nel vostro futuro. E non ha funzionato.

Fonte: www.byoblu.com

domenica 10 gennaio 2016





C’è il rapporto ufficiale: Obama mentì, l’attacco chimico del 2013 fu opera dell’opposizione anti Assad

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(Francesco Gori) – Ora è ufficiale: l’attacco chimico a Ghouta del 21 agosto del 2013, in alcune aree controllate dai ribelli nei sobborghi orientali e meridionali di Damasco, non fu opera del governo siriano. La notizia arriva direttamente dall’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) che ha confermato che le tracce del gas sarin usato in quell’occasione non sono in alcun modo collegate all’ex riserva di armi chimiche e biologiche controllata dal governo siriano. Il rapporto conferma quanto dichiarato dalle autorità di Damasco secondo le quali responsabile di quell’attacco, così come di altri 11 casi, fosse l’opposizione armata siriana.
Nel 2013 i cosiddetti ribelli e il governo siriano si accusano a vicenda di aver perpetrato l’attacco nei confronti della popolazione civile. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, spalleggiato dall’Arabia Sadita, attribuì la responsabilità di quel crimine ad Assad sulla base di “prove certe” che però non vennero mai mostrate in pubblico. L’attacco degi Usa e degli alleati europei, Gran Bretagna e Francia in testa, sembrava imminente, e venne fermato solo dalla ferma resistenza di Russia, Cina e del Vaticano.
Il rapporto, inoltre, rafforza le dichiarazioni di Ahmed al-Gheddafi al-Qahsi, cugino di Muammar Gheddafi, secondo il quale le armi chimiche usate a Ghouta furono sottratte in Libia e poi contrabbandate in Siria, attraverso la Turchia, dai cosiddetti ribelli sostenuti proprio da Stati Uniti e Occidente. Il rapporto è il frutto di un’indagine condotta dall’OPAC su richiesta del presidente siriano Bashar al-Assad e il governo siriano.
Il responsabile dell’organizzazione, Ahmet Üzümcü, ha confermato che le tracce di sarin rinvenute nel sangue delle vittime avevano una caratteristiche diverse da quelle contenute nell’arsenale chimico di Damasco. L’attacco del 2013 fu devastante: secondo i dati più recenti i morti furono circa 1400, quasi tutti civili.
L’arsenale chimico siriano è stato completamente distrutto, in modo sicuro, in Norvegia. Di quelle scorte non vi è più traccia. E’ invece possibile, come sostengono alcune fonti non governative, che altre scorte siano finite in mano all’opposizione armata, compresi i jihadisti dello Stato Islamico. Prima del 2013, l’esercito siriano aveva sequestrato in un ospedale da campo vicino a Latakia una serie di agenti chimici che i cosiddetti ribelli avevano intenzione di utilizzare per poi attribuire la responsabilità al governo siriano. Una notizia confermata anche dall’agenzia internazionale.

Fonte: sponda sud news

giovedì 7 gennaio 2016

Politici di professione - NON SCHIAVI!! 

(Tratto da un testo inviato ai parlamentari di Camera e Senato - 06/01/2016)


La campagna di delegittimazione orchestrata negli ultimi anni contro la classe politica ha prodotto il risultato che la dittatura finanziaria si era prefissa: la classe politica italiana è stata ridotta in schiavitù e con essa tutto il popolo che la stessa dovrebbe rappresentare.

Come ho già avuto modo di dire, la castrazione dell'istituto del vitalizio ha reso i parlamentari ancor più vulnerabili dinnanzi ai luogotenenti di partito, i quali si trovano ora ad avere il potere di "licenziare in tronco" con il sistema delle nomine un parlamentare che non segua le direttive imposte. Se cade il governo, tutti a casa e, per chi ha sgarrato, la carriera politica finisce.

E così questo ridicolo quanto deleterio governo manovrato rimane in piedi con un vergognoso e offensivo ricatto. Offensivo verso il deputato eletto e ancor più verso il cittadino che questi rappresenta.

Il popolo italiano è stato raggirato senza rendersene conto a causa di un'incredibile incapacità di leggere gli avvenimenti oltre l'ignobile canovaccio raccontato dai mezzi di informazione, tutti allineati e diretti dalla Mafia Finanziaria di Stato e internazionale che ora ci governa con il pugno di ferro.

Basta solo pronunciare la parola "vitalizio" per scatenare nella maggior parte della gente un'irrazionale e istintiva rabbia verso la cosiddetta "casta dei politici". Basta nominare la parola magica e subito vengono alla mente i soliti arcinoti casi di abuso propagandati, la maggior parte dei quali, tra l'altro i più vergognosi, quelli che coinvolgono la vera Mafia di Stato, non sono stati minimamente toccati dai cambiamenti voluti per la nuova classe politica schiavizzata.

La figura del "politico di professione" deve tornare ad avere il suo corretto significato e la dovuta dignità.

Il politico deve tornare ad essere una figura professionale onorata con tutte le garanzie di prima. Con l'elezione a parlamentare si è già superato un grande esame, l'esame del popolo sovrano, e si dovrebbe entrare di diritto a far parte della categoria dei politici di professione. Se il governo cade o non si è rieletti alle successive elezioni e non si vuol cambiare lavoro, è giusto ricevere immediatamente un'indennità decorosa per poter continuare ad occuparsi di politica e prepararsi magari alle elezioni successive o altro.

Professionisti, NON SCHIAVI!!!

E' semplicemente vergognoso che i rappresentanti eletti dai cittadini siano costretti a seguire sempre e solo gli ordini imposti da tale governo illegittimo e ad adattarsi di fatto al ruolo di meri approvatori obbligati di ciò che il governicchio manovrato dalla dittatura finanziaria sottopone loro in modo coercitivo.

Un governicchio in cui ministeri importanti sono ricoperti da persone che non hanno mai avuto nemmeno alcuna esperienza amministrativa, un primo menestrello che non è mai stato in Parlamento, il ministero più importante ricoperto da un "navigato finanziere" ultimo imposto, come si è capito benissimo, dalla Mafia Finanziaria a seguito del più vergognoso tradimento nella storia della Repubblica italiana.

Sono proprio quelle strutture, manovrate da eminenze grigie del capitalismo finanziario, che hanno rubato al Popolo e a Voi la Democrazia e la Dignità.
Il costo del ripristino del vitalizio come inteso dai Padri della Costituzione è infinitesimo nel bilancio dello Stato. Se poi lo confrontiamo con l'enorme costo di una politica asservita come ora agli interessi di uno spietato capitalismo finanziario, il costo del vitalizio svanisce. Ma soprattutto è una questione di Democrazia!!!

Occorre spiegare tutto questo ai cittadini italiani. Occore spiegare cosa è successo e perchè. Occorre spiegare che il mestiere del politico è appunto "un mestiere" come quello di un medico, di un giudice o di un avvocato. Occorre spiegare che gli errori di pochi non possono essere generalizzati addossandoli a tutti. Le storture e gli abusi vanno semplicemente regolamentati, ma non va eliminata una fondamentale garanzia per la Democrazia.

Va spiegato senza paura che il costo di questa mistificazione sta ricadendo centuplicato sui cittadini sia in termini economici che di libertà.

Ora gli effetti di questo ladrocinio sono sotto gli occhi di chi vuol vedere, ma bisogna far presto. Ora che gli argomenti ci sono tutti, occorre partire alla riscossa e riprenderci l'onorabilità e il potere previsto dalla Costituzione per i suoi rappresentanti eletti e quindi per il popolo stesso.

Buon anno a tutti!

domenica 3 gennaio 2016

FRODE E USURA: NORMALITA’ BANCARIA



Il problema dei banchieri che mangiano  i depositi e gli investimenti dei clienti viene presentato dai mass-media in modo deliberatamente fuorviante, cioè come circoscritto a casi anomali e isolati di cattivo esercizio dell’attività bancaria e di insufficiente sorveglianza da parte degli organi di controllo, mentre al contrario da sempre la frode e l’usura e le falsità in bilancio (come pure i c.d. prestiti predatori e quelli fatti a società di amici, che non li rimborseranno),  sono tra le più costanti ed efficienti fonti di reddito dei banchieri; e il sistema bancario italiano, nonostante i suoi circa 300 miliardi di crediti deteriorati e non dichiarati in bilancio, galleggia ancora solo perché le pratica usualmente nella complessiva tolleranza delle autorità di controllo, compresa quella giudiziaria (e che altro potrebbero fare, le autorità di controllo?). Tali pratiche sono la regola del business bancario perché rendono moltissimo, non sono affatto una deviazione. Lo conferma il fatto che i dipendenti delle banche in default riferiscono di essere stati sistematicamente indotti dai loro superiori a smerciare ai risparmiatori titoli bidone, sotto minacce varie. La lista delle banche decotte si sta allungando rapidamente, e continuerà ad allungarsi. Probabilmente il fenomeno verrà pilotato per sopprimere banche locali e territoriali, in favore di quelle più ampie, quindi più centralisticamente controllabili.
La classe finanziaria, da quando esiste (cioè dalla prima Guerra Punica) ad oggi, si è sempre industriata per creare nuovi strumenti giuridici, finanziari, e recentemente anche tecnologici, con cui incrementare (e possibilmente legalizzare) le frodi e l’usura verso i propri clienti, il fisco, le pubbliche amministrazioni. Lo ha fatto pagando la politica e gli organi di controllo, e stringendo alleanze di potere. Nei secoli. Pensiamo solo a come i banchieri, anche i più grossi, in tempi recenti hanno fregato gli enti pubblici con i contratti derivati costruiti da esperti per buggerare contraenti. I governanti del tempo lo sapevano, ma non intervennero, se non con un decreto ambiguo, che permetteva la continuazione delle frodi.
In particolare, negli ultimi decenni, attraverso un metodico lavoro di lobbying sulla classe politica, tra le altre cose utili a questi scopi ha ottenuto dal legislatore, negli anni ’90, il ripristino della banca universale, cioè l’abolizione della separazione tra banche di credito e risparmio e banche di investimento finanziario, nonché, dagli anni ’80 fino all’ultima riforma renziana, la privatizzazione graduale della gestione del finanziamento del debito pubblico e della Banca Centrale di emissione (vedi il golpe monetario del 16.12.06 e la riforma-regalo del DL 133/2013, che ho analizzato rispettivamente nei saggi Euroschiavi e Sbankitalia).
Con la prima delle due riforme, i banchieri si sono fatti autorizzare a usare, con leve temerarie, i soldi dei depositanti per compiere azzardate speculazioni in vere proprie truffe sui mercati finanziari regolati e non, mandando spesso le banche a gambe all’aria dopo averne estratto l’attivo patrimoniale ed esserselo intascato, distribuendone parte come bonus ai gestori criminali. Con la seconda riforma, si sono fatti controllori di se stessi – quindi è da sciocchi meravigliarsi se le banche centrali, da loro controllate, anziché impedire questi abusi, li nascondono e li agevolano. Aggiungiamo che, direttamente e indirettamente, la Banca d’Italia è ora partecipata maggioritariamente da finanzieri stranieri. Ovviamente, questo esito non poteva non essere previsto e voluto. I banchieri sono i padroni che pagano più di tutti.
Con queste premesse, viene da sé che anche la “giustizia” non punisca praticamente mai i banchieri delinquenti. E che anzi la politica si impegni per togliere alla popolazione l’uso della moneta cartacea, emessa dalla banca centrale, per imporle l’uso di quella elettronica, che è creata a costo zero dai banchieri privati e che questi possono azzerare semplicemente con un click del mouse. Se pensiamo a quanto inaffidabile  (e in conflitto di interessi con la gente) si è dimostrata la classe dei banchieri, la scelta di affidarle addirittura la creazione e il mantenimento in esistenza della moneta – bene pubblico essenziale – manifesta concretamente quanto è servile e criminale la c.d. casta politica. Se non lo fosse, tutelerebbe i depositanti in un modo semplicissimo: farebbe una legge in base alla quale i soldi depositati in banca, salvo diverso accordo, rimangano di proprietà del depositante, e non divengono di proprietà della banca (come avviene oggi): in tal modo, quand’anche la banca fallisca, i depositi sarebbero al sicuro. E farebbe una seconda legge per  ripristinare la legge Glass-Steagall e per nazionalizzare la banca centrale e magari anche le banche di importanza strategica. Invece questi politicanti complici hanno costruito un sistema in cui la gente comune e gli imprenditori, devono depositare il denaro in banche che da un lato non remunerano i depositi (né le obbligazioni) con ragionevoli tassi di interesse, e dall’altro li possono arrischiare in operazioni pericolose o addirittura sottrarli (per esempio, mediante acquisizioni fraudolente, come quella multimiliardaria della Banca Antonveneta, fino a perderli, senza mai pagare il fio.
Quando oggi si parla all’opinione pubblica del problema della sicurezza bancaria e della necessità di riforme, tutte la questione viene appiattita sul presente, sui fatti ultimamente occorsi, e presentata in modo cronachistico, aneddotico. Dalla narrazione viene rigorosamente tenuta fuori la suddetta realtà strutturale, la prospettiva storica dei rapporti tra banchieri, frodi, politica, legislazione, e gli ultimi episodi, dal disastro-scandalo del Monte dei Paschi di Siena, vengono presentati come novità, incidenti, azioni individuali, anziché come episodi di una vicenda che va avanti da secoli, e in cui il potere finanziario ottiene sempre la meglio, cioè riesce a continuare il suo business, perché lavora con metodo, perseveranza e orizzonti di lungo periodo. Eppure sono molti decenni che avvengono bancarotte bancarie e che ogni volta i tromboni istituzionali promettono che è stata l’ultima volta. In effetti, la gente comune preferisce e capisce meglio le narrazioni giornalistiche  in chiave aneddotica e morale, emotiva, dove ci sono colpevoli individuali con cui prendersela, che le complesse e lunghe analisi economiche, strutturali, che spiegano le cose in termini di fattori impersonali.
Alle volte, dopo crisi di particolare gravità socio economica, avvengono reazioni politiche che lanciano riforme per tutelare gli interessi dell’economia reale, dei lavoratori, dei risparmiatori, contro quelli della rapace classe bancaria. Così fu, nella Roma antica, con certe riforme dei Gracchi e, in tempi recenti, con la legislazione del tipo Glass-Stegall, la quale, a seguito della crisi del ’29, nella metà degli anni ’30, impose in molti paesi la separazione tra banche di credito e risparmio e banche di investimento finanziario.
Ma dopo simili riforme, ogni volta, nel medio-lungo periodo, attraverso il suo metodico lavoro di condizionamento e di corruzione, la classe bancaria (che, a differenza del popolo, è organizzata, attenta e consapevole, nonché lungimirante), regolarmente aspetta che le acque si siano calmate, che l’attenzione della gente si sia diretta altrove, e recupera le posizioni perdute neutralizzando le riforme che ne limitano la libertà di azione e profitto, e avanza verso nuove conquiste di potere e sfruttamento sulla società. 
Proprio quest’ultima, interminabile crisi economica, con i suoi banchieri super-truffatori che diventano ministri e capi di governo per gestire i disastri da loro stessi creati, e addirittura dettano le regole della sana economia, è l’apoteosi di quanto sopra, e ha trasferito ampie quote del reddito nazionale dai lavoratori e produttori di ricchezza reale ai capitalisti finanziari improduttivi, impadronendosi anche di ulteriori quote di potere politico.
Se teniamo presente questa realtà storica, le odierne promesse del governo di fare una riforma del settore del credito nell’interesse dei risparmiatori e a tutela dei loro diritti, appaiono essere pura ipocrisia, l’ennesima frottola da piazzista di provincia – anche senza bisogno di ripercorrere la storia del suo partito politico, e dei suoi alleati cattolici, in relazione alle riforme fatte in materia bancaria dagli anni ’80 ad oggi, tutte meticolosamente studiate per consentire ai banchieri lucrosi abusi di ogni sorta a spese della società civile e produttiva. Le fortune dei politicanti derivati dal vecchio PCI sono dovute proprio alla loro alleanza strutturale col capitalismo finanziario, con la sua capacità di pagare-comprare-remunerare-finanziare i suoi servitori più di ogni altro gruppo organizzato, e coi suoi interessi contrapposti al resto della società. Contrapposti, perché per il capitalismo finanziario le crisi economiche e le guerre sono storicamente le migliori opportunità di profitti ed affermazione.
In conclusione, è ovvio rilevare come, anche alla prova dei fatti,  il dogma dell’indipendenza dei banchieri centrali dai poteri pubblici come condizione per una sana finanza, tanto caro agli europeisti, fa acqua da tutte le parti. Non solo perché quei banchieri centrali, di fatto, stanno dando migliaia di miliardi gratis ai banchieri per operazioni finanziarie mentre non fanno arrivare liquidità all’economia reale, ma anche perché in realtà questo dogma è servito a rendere le banche centrali indipendenti dei controlli pubblici, però (guardacaso!) dipendenti e possedute dai banchieri privati, in modo che questi possono fare quello che vogliono anche con risparmio dei cittadini, controllando l’organo che dovrebbe controllarli, e continuando a presentare bilanci aggiustati ad arte per nascondere le perdite.


 (Marco Della Luna, “Frode e usura, normalità bancaria”, dal blog di Della Luna del 24 dicembre 2015).

sabato 2 gennaio 2016


Crollo dei bond, la Soluzione Finale di Schäuble per piegarci

Un piano tedesco per riformare l’Eurozona con un meccanismo automatico di ristrutturazione dei debiti sovrani. Obiettivo, impedire qualsiasi forma di condivisione dei rischi tra i paesi dell’Eurozona, confinando i costi dell’instabilità finanziaria e fiscale il più possibile all’interno dei paesi più deboli. Autore del piano, il “venerabile” Wolfgang Schäuble, super-massone e cervello del governo Merkel. Berlino «sembra aver perso fiducia verso qualsiasi forma di governance centralizzata», scrive Carlo Bastasin sul “Sole 24 Ore”, e ora penserebbe solo a tutelare i tedeschi. Il piano è descritto in una lettera inviata a fine novembre dal ministro delle finanze al capo della Commissione Finanza e Bilancio del Parlamento tedesco. La lettera, non pubblicata, prescrive un meccanismo automatico di ristrutturazione del debito pubblico per qualsiasi paese europeo che richieda assistenza finanziaria. Una volta chiesto “l’aiuto” del Mes, o Esm, «i tempi di scadenza dei titoli pubblici saranno automaticamente prolungati, riducendo il valore di mercato di questi titoli e provocando gravi perdite a chi li detiene».



SchaeubleIl meccanismo, continua Bastasin nell’articolo, ripreso dal blog “Vox Populi”, trasformerebbe i titoli pubblici dell’Eurozona in asset finanziari rischiosi. «E questo è anche l’obiettivo di un’altra proposta del governo tedesco, che mira a eliminare l’eccezione normativa che permette alle banche di detenerli senza dover possedere riserve di capitale per coprire le eventuali perdite». Rendere più “rischiosi” i titoli sovrani incoraggerebbe banche e famiglie a evitare di sottoscriverli alla leggera. I governi avrebbero meno incentivi ad accumulare debito, e le banche eviterebbero a loro volta di investire in titoli pubblici. Dov’è il trucco? «Stabilire un meccanismo automatico per sanzionare le situazioni economiche problematiche che si vorrebbero evitare può, nei fatti, renderle ancora più probabili», spiega Bastasin. I titoli pubblici – abolita la moneta sovrana – tengono in piedi gli Stati dell’Eurozona. «Pertanto, una volta che i titoli sovrani nei paesi dell’Eurozona sono diventati più rischiosi, l’intero sistema finanziario potrebbe diventare più fragile, e questo potrebbe influenzare negativamente la crescita e la stabilità finanziaria».
Da ultimo, anziché imporre una sana disciplina ad alcuni paesi membri, il nuovo regime «potrebbe ampliare i differenziali di rendimento dei titoli di Stato e rendere impossibile la convergenza dei debiti, aumentando la probabilità di rottura dell’Eurozona». Il piano di Berlino, continua Bastasin, va in parallelo all’idea che il contenimento della crisi sia solo una questione che riguarda i paesi più colpiti. Si basa inoltre sull’assunzione che qualsiasi forma di condivisione del rischio fornisca ai governi gli incentivi sbagliati, producendo “moral hazard”. In realtà, «come la crisi ha dimostrato», la vulnerabilità finanziaria può essere «il risultato di problemi comuni», per cui «sanzionare i singoli paesi può generare un’instabilità che potrebbe degenerare in una nuova crisi».


Carlo BastasinIl documento del governo tedesco dimostra una sfiducia fondamentale verso gli atteggiamenti fiscali degli altri governi. L’applicazione ripetuta delle “clausole di flessibilità” per sottrarre alcune spese con finalità specifiche dal conteggio del deficit sta facendo storcere il naso a Berlino. Secondo Bastasin, il governo tedesco «guarda con disprezzo la Commissione Europea, considerandola troppo esposta ai ricatti dei governi nazionali, con particolare preoccupazione per l’ascesa dei movimenti populisti e anti-europei». L’applicazione asimmetrica delle regole, le decisioni fuori luogo e al momento sbagliato, nonché «la tendenza ad applicare la “legge del creditore” anziché gli interessi comuni, nonché certe propensioni ideologiche», avrebbero fatto venir meno la fiducia verso le decisioni comuni. «I governi nazionali, ciascuno a suo modo, stanno passando da una timida propensione a condividere il rischio a una decisa volontà di decentralizzare qualsiasi rischio, come unica ed esclusiva modalità di gestione dell’unione monetaria».


JunckerNel considerare la minaccia di una ristrutturazione del debito come politica efficace per imporre la disciplina, continua l’analista, Berlino chiede che i titoli di debito pubblico perdano la loro condizione di asset considerati privi di rischio. Quest’ultima “eccezione normativa” faceva in modo che le banche accumulassero titoli di debito sovrano nel loro bilancio senza la necessità di incrementare il proprio capitale. Nel documento inviato al Bundestag, il ministro delle finanze propone che l’Eurozona anticipi la regolamentazione internazionale nel riconoscere la specifica rischiosità dei titoli di debito sovrano. In pratica, lo Stato sarebbe definitivamente privato di sovranità e costretto a comportarsi come un’azienda, con i conti in attivo o almeno in pareggio, come vuole il dogma neoliberista che negli ultimi 40 anni ha lavorato incessantemente per demolire la finanza pubblica, lasciando i governi alla mercé dei “mercati”, senza più un soldo da impegnare in investimenti per famiglie, aziende e lavoro, sotto forma di spesa pubblica (deficit positivo, fondamentale per sostenere l’economia reale).


«Una volta che sia stato stabilito che i titoli pubblici sono a rischio come tutti gli altri», conclude Bastasin, «le banche saranno incoraggiate a ridurre l’ammontare di titoli di Stato che detengono, rompendo il circolo vizioso che ha caratterizzato la crisi, col finanziamento del debito pubblico che minacciava la stabilità bancaria e viceversa». Secondo il documento di Berlino, i paesi dell’Eurozona dovrebbero anche ridurre in modo permanente i loro livelli di debito pubblico sul Pil. «Per poterlo fare, Berlino vuole impedire che ciascun paese invochi clausole di flessibilità. In particolare, la richiesta italiana di flessibilità ha ottenuto un certo cedimento da parte della Commissione Europea durante i negoziati. La Francia non si pone nemmeno il problema di ottenere l’autorizzazione per le sue generose politiche fiscali. Nelle trattative coi primi ministri dell’Eurozona, il presidente della Commissione Europea Juncker è stato costretto a scegliere tra autorizzare i governi in carica ad ampliare i loro deficit per ogni sorta di ragioni oppure fomentare i movimenti populisti anti-europei che vogliono mandare all’aria l’intera unione monetaria».
Renzi e Hollande

Questa specifica “debolezza” nel coordinamento delle politiche fiscali a livello centralizzato «ha convinto le autorità tedesche a chiedere la decentralizzazione dei rischi e un controllo depoliticizzato». Il ruolo di sorveglianza della Commissione, dice il documento sottoscritto da Schäuble, «non deve limitarsi a degli obiettivi politici». Per rendere il giudizio di Bruxelles “indipendente dalle convenienze politiche”, Berlino mira a separare la funzione di supervisione svolta dalla Commissione dal suo ruolo nell’orientare le scelte politiche. In alternativa, il controllo delle politiche fiscali potrebbe essere consegnato a una nuova istituzione tecnica e indipendente. «Se questi meccanismi dovessero ancora fallire nel tenere a freno il debito pubblico, allora la minaccia di un semplice meccanismo automatico di ristrutturazione del debito farà il trucco: i mercati diventeranno subito estremamente sensibili alla mancanza di disciplina fiscale, e puniranno ciò che i politici perdonano». E avremo dunque ancora più rigore e ancora più austerity: più tasse, meno lavoro (ma i conti in ordine, come vuole il “venerabile” Schäuble).

 Tratto da Libre Idee





Anonymous contro ISIS. E Godzillah contro King Kong

“Isis, annuncio video di Anonymous: «L’attentato sventato era a Firenze». Impareggiabile, il Corriere della Sera. Un esempio di giornalismo autentico, un modello per tutti quelli del mestiere. Non solo crede all’esistenza di qualcosa che si fa’ chiamare Anonymous, ma lo adotta seriamente come fonte d’informazione. Ne riporta infatti un comunicato, come fosse vero: “Il 25 dicembre 2015 abbiamo ricevuto una segnalazione relativa ad un profilo twitter collegato ai vertici dell’Isis dove era in corso una prima comunicazione su un possibile obiettivo italiano, già stabilito e apparentemente pronto per essere colpito. Quel breve messaggio, in quel momento, indicava che Firenze sarebbe stato un obiettivo entro capodanno», dice Anonymous aggiungendo di «essersi subito attivato per tentare di sventare questo attacco che, comunque, risultato reale o falso, non può essere sottovalutato tenendo conto dei soggetti che ne stavano parlando». Poi la spiegazione di come il gruppo di hacker si sarebbe mosso: «Abbiamo inscenato una “talpa” all’interno dello stato islamico sfruttando lo stesso account accreditato e facendo credere che qualche fratello infedele ad Allah avrebbe comunicato agli italiani il “giorno del giudizio di Dio”, così impedendo che questo attacco venisse attuato».
Respiriamo di sollievo, Firenze è salva. La minaccia era concretissima, “tenendo conto dei soggetti che ne stavano parlando”. Sulla identità di questi “soggetti”, Anonymous resta sulle sue, e il grande giornalismo del grande giornale italiano non ha la minima curiosità. Sarebbe un’indiscrezione pretendere nomi e cognomi, una mancanza di rispetto: la parola di Anonymous, al Corriere, basta. Benché anche Anonymus, a   voler sottilizzare, mica sia noto con nomi e cognomi. Non si sa cosa sia, per chi lavori e perché. Ma non sarebbe da giornalisti, poniamo, sospettare che Anonymous non sia altro che n qualche apparato di propaganda, allarmismo e disinformazione – magari emanato dalle stesse centrali che hanno armato, finanziato e addestrato l’ISIS, o magari, da una qualunque Rita Katz. No, questi sospetti non sono degni del grande giornalismo del Corriere. Li lascia ai complottasti di mezza tacca, perché gli basta la nobile battaglia che Anonymous ha sferrato contro DAESH. Lotta che è lo stesso Anonymous a documentare, e che il Corriere riporta come oro colato: “Attacco globale di Anonymous a Isis – A livello globale, l’operazione anti-Isis ha portato, sino ad oggi, all’oscuramento di 15.500 obiettivi, tra account sui social network e siti web legati direttamente alle operazioni o alla propaganda dell’Isis. Ma altri 4.000 account sono nati nelle ore successive: «Il nostro scopo è rallentarli», sottolinea Anonymous”.
Sottolinea Anonymous. Sostiene Pereira. La polizia italiana non conferma…Del resto, il vero giornalismo di questi tempi non si stupisce di tanta vaghezza della fonte: Anonymous è vago e sfuggente perché combatte un nemico ancor più vago e sfuggente: l’ISIS. No, non l’ISIS che piega sotto i bombardamenti russi in Siri, e i cui capi a Ramadi vengono evacuati dagli elicotteri Usa. L’ISIS che fa chiudere due stazioni ferroviarie a Monaco di Baviera, per un allarme terrorismo che poi è passato; che ha fatto cancellare tutti i festeggiamenti di Capodanno a Bruxelles e a Parigi. Eccome no: a Liegi e nel Brabante la polizia belga ha fatto degli arresti, “pianificavano attentati”; anche se (si rincrescono i media) “non sono state rinvenuti armi o esplosivi durante le perquisizioni, ma materiale informatico, uniformi di tipo militare e materiale di propaganda dello Stato Islamico sono stati sequestrati e vengono attualmente esaminati”.
E a Vienna? “ 500 poliziotti hanno vigilato nel centro storico. A Berlino 900 agenti e 600 vigilantes «a guardia» dello show alla Porta di Brandeburgo”: l’ISIS può colpire dovunque. “Negli Stati Uniti l’Fbi ha informato il presidente Barack Obama del rischio di attentati a New York, Washington e Los Angeles durante il veglione di Capodanno”.  L’ISIS ha come campo il mondo. E non solo domina lo spazio, ma può viaggiare nel tempo, all’indietro. A Londra (leggo dai giornali) “cinque estremisti islamici legati ad al-Qaeda sono stati condannati ieri all’ergastolo per aver organizzato, tra il gennaio 2003 e il marzo 2004,una serie di assalti (fortunatamente sventati) contro un centro commerciale nel Kent, il popolare night club londinese Ministry of Sound e alcune linee elettriche e del gas”.

Fortunatamente sventati.
Ma l’ISIS era già lì nel 2003, si chiamava Al Qaeda, e aveva già la stessa ampiezza globale di azione, già la Terra intera era il suo campo di battaglia. Ha colpito a Londra, a Madrid, a New York, a Bali, a Giacarta, in Somalia…sempre imprendibile ed onnipresente.
Adesso è l’ISIS. E non avete ancora visto niente: “Per il 2016, l’ISIS annuncia decine di migliaia di morti in decine di paesi; attiverà decine di cellule dormienti in vista della battaglia finale”: chi lo dice? Non l’ISIS in persona; lo ha rivelato il dottor Theodore Karasik, un ebreo americano che lavora per la tv del Golfo Al Arabyia come “analista di geopolitica”, ed “ha molto studiato il comportamento dello Stato Islamico”: quasi quanto Anonymous, se non di più. Cosa aspetta il Corriere ad intervistarlo? Anzi a fare un collaboratore pagato e fisso?
http://www.express.co.uk/news/world/630316/ISIS-secret-plot-world-masterplan-2016-final-battle





L'epica lotta
L’epica lotta
Meglio riportare i comunicati di Anonymous che queste notizie dell’Interpol: che uno dei fucili M29 utilizzati da jihadisti massacratori di Parigi proveniva da una ditta situata in Florida, e facente capo a un Ori Zoller, indicato come “Un ex membro delle forze speciali israeliane”, già noto alle cronache nere per avere, con un mercante di diamanti ebreo di nome Shimon Yelinek, “trafficato in diamanti con Al Qaeda”(ohibò) nel 2003, nel quadro di una fornitura di armi in Nicaragua: armi contro diamanti. Un classico, documentato da un rapporto della Organizzazione degli Stati Americani (OSA), e leggibile qui:
http://fas.org/asmp/campaigns/smallarms/OAS_Otterloo.htm
Nel rapporto, Zoller è citato anche come rappresentante in Guatemala della Israel Military Industries, una compagnia controllata dal governo israeliano
http://www.antiwar.com/rep/dstar4.html
Vero è che l’ex agente del Mossad adesso ha cambiato genere: vende “cyber sorveglianza” ai governi. Un’attività non lontana da quella di Anonymous?
https://theintercept.com/2015/07/27/ak-47-arms-dealer-goes-cyber-supplied-surveillance-tools-honduras-government/
Non siamo in grado di rispondere alla domanda. Siamo invece in grado di sapere chi ha scoperto e diffuso il messaggio di Al Baghdadi, il Califfo, un audio di 24 minuti in cui il Califfo minacciava Roma e il Papa, il 26.   Il messaggio è stato scoperto ed autenticato dal SITE, come ha reso noto Le Monde. Senza dire che cosa è il SITE E chi è la sua fondatrice, Rita Katz.
https://twitter.com/siteintelgroup/status/680768217858600961
http://bigstory.ap.org/article/7e2ed2eb74e1414084eb49c66a637366/apnewsbreak-dealer-gun-linked-paris-attack-came-thru-us
Certe volte a scavare troppo si scopre che i jihadisti di Parigi sono armati da ebrei, e che erano già noti e stranoti ai servizi di Parigi stessi. E’ meglio invece fare da grancassa all’allarmismo pubblico voluto dai governi: abbiate paura, l’ISIS vi sta sul collo! Vi può colpire ovunque! Per   fortuna Anonymous sventa gli attentati, la polizia vi protegge, l’esercito fa’ la guardia, Hollande emana leggi speciali.
Vi siete chiesti perché questo megafono? Questo allarmismo pubblico? Se l’è chiesto il filosofo Giorgio Agamben, che intervistato in Francia ha detto: “Il rischio, è la deriva verso a creazione di una relazione sistemica verso il terrorismo e lo Stato di emergenza: se lo Stato ha bisogno della paura per legittimarsi, bisogna allora, al limite, produrre il terrore, o almeno non impedire che si produca. Si vedono così paesi perseguire una politica estera che alimenta il terrorismo che bisogna combattere all’interno..”.
Ma naturalmente tutte queste sono speculazioni. Che non interessano al Corriere. Perché questa scuola suprema di giornalismo si occupa solo della realtà concreta: Anonymous ha sventato l’ attentato dell’ISIS a Firenze. Mattarella, la disoccupazione è causata dall’evasione fiscale. Maciste abbatterà a mani nude il Riscaldamento Globale. Il Pentagono ha comunicato di aver ucciso Charaffe al Moudan, noto pianificatore degli attentati di Parigi, a colpi di missili in Siria. Godzilla s’è risvegliato, ma per fortuna King Kong lo combatte. Quindi l’immancabile vittoria ci appartiene.


Maurizio Blondet

Fonte: www.maurizioblondet.it

Link: http://www.maurizioblondet.it/anonymous-contro-isis-e-godzillah-contro-king-kong/

2.01.2016

Il Vitalizio - garanzia democratica prevista dai Padri della Costituzione

(inviato ai parlamentari di Camera e Senato - 01/01/2016)

Cari Signori,

vado contro corrente rispetto all'irrazionale senso comune inoculato nelle menti degli italiani, ma da cittadino pensante ritengo che debba almeno aprirsi un dibattito concreto e razionale su questa spinosa questione liquidata con slogan da ragazzini e frasette da twitter tanto cari al "grande statista" che ci governa.

L'argomento è un tabù molto difficile da mettere sul tappeto di una discussione serena. La campagna mediatica truffaldina messa in piedi contro questa istituzione di garanzia per l'indipendenza di parlamentari e senatori è stata devastante e diabolica quanto efficace.

Personalmente da cittadino non me la sono mai bevuta, come non mi sono bevuto tutte le altre nefandezze di questi ultimi anni, ma ho sperato che  prima o poi qualche voce in difesa di quella istituzione, voluta non a caso dai Padri della nostra Costituzione, si levasse contro una macchina del fango attivata magistralmente per mezzo di pochi esempi scandalosi.

Lo scopo e il risultato della castrazione del vitalizio è chiaramente visibile ora, anche se nessuno ne parla in questi termini finanche banali: Parlamento e Senato sono infatti schiavi anche per questo di un governicchio di  giovanotti e femminelle, spesso senza alcuna esperienza amministrativa, agli ordini di eminenze grigie che tutto fanno fuorchè gli interessi dei cittadini.

Il ripristino del vitalizio come inteso in origine dalla Costituzione,  opportunamente regolamentato per evitare storture e abusi, sarebbe un primo passo verso il riacquisto di un minimo di indipendenza nelle scelte dei deputati, i quali dovrebbero rendere conto ai cittadini che li hanno eletti, prima di obbedire supinamente agli ordini di scuderia impartiti dai luogotenenti di partito.

E' chiaro che ora, in caso di "insubordinazione", l'onesto deputato si vedrebbe negata la nomina di partito (altra aberrazione) alle elezioni seguenti.
E senza una corretta istituzione del vitalizio, potrebbe banalmente trovarsi per la strada senza lavoro e quindi senza alcuna forma di sostentamento per sè e per la propria famiglia. Questo per avere servito lo Stato, anche solo per un paio d'anni di legislatura. Certo non è il caso di tutti, la realtà è più complessa, altri tipi di interessi, ma per molti è così.

Chissà perché questa legislatura arriverà sicuramente a fine mandato.
Ovviamente a meno che le Mafie Finanziarie di Stato e Internazionali non decidano diversamente come già successo.

Anche il forzato ringiovanimento della classe politica va in questa direzione: per un giovane parlamentare il vitalizio/pensione come è stato ridotto ora è tra le altre cose molto più distante nel tempo. Risultato: parlamentari ancora più vincolati e manovrabili, e per di più inesperti.

Accentramento del potere, meno democrazia e diritti per i cittadini, ma meno diritti anche per quelli che dovrebbero rappresentarli.

Chi decide di impegnarsi in politica di solito lo fa come prospettiva di vita. L'impegno che ne segue è grande e non dovrebbe essere compatibile con altre attività lavorative. Chi lascia un lavoro o sacrifica una carriera per servire i cittadini nella politica dovrebbe essere tutelato nel caso non venga rieletto a meno di colpe e inadempienze manifeste.
La cosa andrebbe regolamentata, niente cumuli, tutto andrebbe finalizzato a rendere disponibile al "politico di professione" (non è una parolaccia!) un reddito decente che gli permettesse di continuare ad occuparsi di politica anche se non rieletto. Non era così prima del regime?
Furbi e disonesti ce ne saranno sempre come in tutti i campi, la perfezione non è di questo mondo, ma non è questo il punto.

E per il M5S, che "strana" idea una legislatura e poi via. Avremo sempre parlamentari inesperti ad ogni nuova legislatura?! Qual'è la vera ragione di una simile regola? A me viene un sospetto...

E sempre per il M5S, nobile atto quello di devolvere parte della retribuzione a favore di un fondo per le PMI. Ma quanto sarebbe più utile impiegare quelle risorse ed altre ancora per creare un canale di informazione, magari una radio nazionale, al fine di trasmettere un'informazione diversa da quella preconfezionata, distorta e sterilizzata propagandata ora solo da mezzi totalmente asserviti al regime. E per favore, non continuate a dire che la "rete" è un canale di informazione. Parliamo di giornali radio quotidiani, di inchieste, approfondimenti e dibattiti fruibili giornalmente e puntualmente da tutti. Queste cose meriterebbero peraltro tutte un finanziamento pubblico, altro che canone per la RAI in bolletta! L'informazione sta alla base della democrazia.
Il cittadino ha il diritto di ricevere un'informazione da tutte le forze dell'arco costituzionale rappresentate in Parlamento. Questa è libertà di informazione. Questo è quello che non vuole il regime.

Il governicchio attuale si regge in piedi in parte anche proprio sul comprensibile timore dei nominati eletti di perdere banalmente la fonte di reddito. Detto niente eh?! Semplice ed efficace.
Questo meccanismo agisce sicuramente per il PD e per certa parte delle opposizioni. Non parliamo ovviamente dei vari capi e luogotenenti di partito, loro cadrebbero sempre in piedi e a loro questa situazione va benissimo così com'è per mantenere il controllo su Parlamento e Senato.

Oggi non è più il Parlamanto che promuove le leggi ma il governicchio arrogante e manovrato che le sottopone al parlamento per una coercitiva approvazione. Tutto al rovescio!

Questo deve finire. Il ripristino del vitalizio è un primo passo da compiere. Il costo del ripristino del vitalizio come inteso dai Padri della Costituzione è infinitesimo nel bilancio dello Stato rispetto all'enorme costo di una politica asservita come ora agli interessi di una Mafia di Stato Finanziaria a sua volta legata a doppio filo alla Mafia Finanziaria Internazionale.

Detto questo, rimango comunque pessimista sulla possibilità di tornare ad una più consona rappresentatività democratica nelle istituzioni italiane. Il regime ormai instaurato non lo permetterà facilmente e gli italiani purtroppo "dormono". E' per questo che serve informazione.

La Costituzione e le regole fondamentali della Democrazia vengono modificate da un governo illegittimo imposto con un tradimento ai danni del Popolo e senza passare per elezioni. E il "Popolo" dorme!

Non avrei mai pensato che un regime simile avrebbe potuto instaurarsi in Italia con la connivenza anche di quella sottospecie di intellettualoidi che si sono sempre stracciati le vesti in altre occasioni molto meno gravi e ora tacciono.

Il Fascismo è salito al potere nello stesso modo, anzi forse ora è anche peggio. All'epoca almeno esisteva un Senato di nomina regia e pertanto teoricamente un Senato non fascista.

Per chi non comprende o non vuole comprendere, buon sonno della ragione. La Storia lo ricorderà per quello che è stato.

Francesco Gardini