sabato 31 marzo 2018

I leader cristiani in Terra Santa denunciano "una campagna sistematica di abusi contro le chiese"

di Madeleine Davies - 26 febbraio 2018


Un uomo accanto a un manifesto di protesta appeso fuori dalle porte chiuse della Chiesa del Santo Sepolcro nella città vecchia di Gerusalemme, dopo che le autorità cristiane hanno chiuso la chiesa in segno di protesta

Una TASSA che avrebbe dato al governo israeliano il diritto di confiscare i terreni della chiesa ricorda le leggi emanate contro gli ebrei nella Germania nazista. Così hanno detto le autorità cristiane di Terra Santa in questo fine settimana annunciando la chiusura della Chiesa del Santo Sepolcro, in segno di protesta per una "campagna sistematica di abusi contro chiese e cristiani".

Domenica è stata firmata una dichiarazione rilasciata dal Patriarca greco ortodosso Teofilo III di Gerusalemme dal Custode cattolico di Terra Santa, don Francesco Patton, un sacerdote francescano responsabile della tutela dei luoghi santi per conto della Chiesa cattolica romana e dal patriarca armeno di Gerusalemme, Nourhan Manougian. In questa dichiarazione si afferma che la campagna ha raggiunto il suo apice nella "tassa sui terreni delle chiese", un "disegno di legge discriminatorio e razzista", che è alla Knesset (Notizie, 10 novembre)

Annunciando la chiusura del Santo Sepolcro del quarto secolo, considerato da molti cristiani il luogo più santo del mondo, hanno condannato un "attacco sistematico e senza precedenti contro i cristiani in Terra Santa" che "viola gravemente il più basilare, antico e sovrano diritto, calpestando il delicato rapporto intessuto per decenni tra la comunità cristiana e le autorità civili".

Il disegno di legge, presentato da Rachel Azaria del partito Kulanu, consentirebbe al governo israeliano di confiscare le terre in affitto alle chiese e assegnarle a terzi. Questa signora sostiene che il progetto sia teso a proteggere i residenti che vivono su terreni venduti dalle chiese a costruttori privati. La dichiarazione di domenica denuncia come si prendano di mira solo le proprietà della comunità cristiana. Questo, viene detto, "a noi ricorda tutte quelle leggi di natura simile che sono state promulgate contro gli ebrei durante i periodi bui in Europa".

Le autorità religiose pongono anche l'accento su "scandalosi avvisi di pagamento e ordini di sequestro di beni, proprietà e conti bancari della Chiesa per presunti debiti su punitive imposte municipali".

Quest'anno, la municipalità di Gerusalemme ha annunciato che avrebbe iniziato a riscuotere le tasse di proprietà dalla chiesa. I luoghi di culto sono esclusi, ma sono inclusi gli alberghi e le aziende di proprietà delle Chiese, così come le residenze per la comunità, come quelle all'interno di monasteri, centri sociali, scuole e cliniche.

Il Comune chiede anche che queste tasse vengano pagate dalle Chiese retroattivamente e che vengano calcolate tanto su beni e proprietà, quanto sui conti bancari. In totale, vengono riscossi £ 132 milioni da 887 proprietà, tra cui alcune di proprietà delle Nazioni Unite. L'Associazione della Chiesa di Gerusalemme e del Medio Oriente riferisce che la Chiesa anglicana sta affrontando richieste per 1,44 milioni di sterline e che due dei suoi conti bancari sono stati congelati (News, 23 febbraio).

In una lettera aperta pubblicata all'inizio di questo mese, i leader di 13 chiese, tra cui l'arcivescovo anglicano di Gerusalemme, il reverendo Suheil Dawani, hanno affermato come ciò sia in contrasto con l'intesa storica tra le Chiese e le autorità civili. Lo status quo di Gerusalemme, che risale al XVIII secolo, include l'accordo che il terreno di proprietà delle Chiese non possa essere confiscato o tassato.

"Le autorità civili hanno sempre riconosciuto e rispettato il grande contributo delle chiese cristiane, che investono miliardi nella costruzione di scuole, ospedali e case, molte per anziani e svantaggiati, in Terra Santa", dice la lettera. "Una misura del genere compromette il carattere sacro di Gerusalemme e mette a repentaglio la capacità della Chiesa di condurre il suo ministero in questa terra a nome delle sue comunità e della Chiesa mondiale".

Nella dichiarazione di domenica, i tre leader avvertono come la mossa sembri essere "un tentativo di indebolire la presenza cristiana a Gerusalemme" e che "le più grandi vittime di questo sono famiglie impoverite che rimarranno senza cibo e alloggio, così come bambini che non potranno frequentare la scuola ".

In una dichiarazione rilasciata al Jerusalem Post questo mese, la municipalità di Gerusalemme ha dichiarato di avere "eccellenti e rispettose relazioni con ogni chiesa della città, e che continuerà a proteggere la loro libertà di religione. Tuttavia, non può accettare una situazione in cui alberghi e affari siano esentati dal pagamento dell'imposta patrimoniale solo perché di proprietà di una chiesa." Si sostiene come la nuova interpretazione legale assoggetti a tassazione le proprietà della Chiesa.

Il Comune, che affronta un deficit di bilancio, è impegnato in una disputa con il Ministero delle Finanze israeliano sui fondi per la capitale. Il Times of Israel ha riferito come la città abbia un basso gettito fiscale a causa del fatto che una grande percentuale di residenti non lavora, inclusi gli ebrei ultra-ortodossi e gli arabi palestinesi.

Il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat , ha detto questo mese: "È assurdo che i residenti di Gerusalemme finanzino da soli i servizi municipali per le chiese e le Nazioni Unite, e che al comune venga impedito di raccogliere enormi somme che potrebbero migliorare significativamente lo sviluppo dei servizi per la città". "Se lo stato desidera che la situazione attuale continui, chiediamo che ci compensi completamente per quelle somme."

La dichiarazione di domenica è solo l'ultima di una serie di richieste di soccorso da parte dei leader della chiesa nella regione. A settembre, l'arcivescovo Dawani è stato uno dei 13 leader della chiesa che ha avvertito su di "un sistematico tentativo di indebolire l'integrità della città santa di Gerusalemme e della Terra Santa e di indebolire la presenza cristiana" (News, 22 settembre).

A novembre, il Patriarca greco-ortodosso Theophilos III ha condotto un tour internazionale di politici e dirigenti ecclesiastici, nel tentativo di sollevare l'allarme sulla "tassa sui terreni delle chiese" e su vari casi giudiziari. Ha avvertito: "Se non agiamo presto, poi sarà troppo tardi. E il risultato sarà catastrofico "(News, 10 novembre 2017). L'arcivescovo di Canterbury è stato tra coloro che hanno rilasciato dichiarazioni di sostegno, invitando "tutte le parti a sostenere lo status quo e resistere al suo indebolimento".

Nel 1990, la Chiesa del Santo Sepolcro era tra le chiese che furono chiuse per 24 ore in segno di protesta contro l'occupazione dell'ospizio di San Giovanni da parte di coloni ebrei.

Un comunicato stampa che ha accompagnato la dichiarazione di domenica ha detto che i cristiani a Gerusalemme hanno dovuto affrontare "un'escalation di intimidazioni da parte di gruppi di coloni radicali. Le chiese affrontano ogni giorno la profanazione e il vandalismo e i cristiani sono regolarmente sottoposti ad assalti violenti mentre viaggiano per pregare. Questi gruppi hanno usato a lungo intimidazioni, corruzione e comportamenti anti-sociali estremi nel tentativo di costringere cristiani e altri non ebrei fuori dalla Città Santa. Ma mentre le loro azioni contravvengono chiaramente alla legge israeliana, i loro crimini sono in gran parte ignorati".

Nessun commento:

Posta un commento