sabato 26 maggio 2018

Padre Kolbe e i Protocolli dei Savi Anziani di Sion


Padre Kolbe e i Protocolli dei Savi Anziani di Sion: il libro fondamentale della massoneria
Nei Protocolli è rimarcata la strategia farisaica dell'ebraismo:
utilizzare la massoneria e poi liberarsene 
a tempo debito
Articolo estratto da Chiesa viva n° 125 / Premessa a cura di Sergio Basile


Premessa: Kolbe e i Protocolli dei Savi di Sion

Roma - premessa di Sergio Basile - Il 14 agosto, giusto un giorno prima della festa dell'Assunta, la Chiesa ricorda San Massimiliano Maria Kolbe (Zduńska Wola 1894 - Auschwitz 1941) presbitero e francescano polacco proclamato santo nel 1982 da Giovanni Paolo II.
Padre Kolbe è ricordato soprattutto per essersi offerto alla morte - giunta per mano nazista - al posto di un padre di famiglia nel campo di concentramento di Auschwitz.

La sua, sul piano storiografico e spirituale, è senza dubbio una delle figure più affascinanti del XX Secolo ed è importante da scrutare per chi volesse comprendere le strategie e i reali obiettivi perseguiti dalle forze occulte anti-cristiane. Nel suo instancabile percorso di ricerca e denuncia, S. Massimiliano Kolbe inquadrò i "Protocolli dei Savi Anziani di Sion" come il libro più sovversivo della storia, nonché il libro guida dei seguaci dell'ebraismo e dei massoni, verso la realizzazione della Repubblica Universale o Unico Governo Mondiale. Dunque, malgrado il libro sia stato bollato da alcuni storici come "il falso più clamoroso del Novecento", a sancirne la veridicità oltre a molti altri storici vi è lo stesso, eroico martire, Padre Massimiliano Kolbe.

La missione di Padre Kolbe

Egli, seguendo l'esempio di Gesù Cristo, con il suo nobile spirito missionario e il suo sacrificio, ha contribuito alla corredenzione dell’umanità liberandola – sia pur in parte – da una cultura priva di Dio, vuota di spiritualità e di umanità. Una figura, perciò, da riscoprire ed imitare specie in questi nostri tempi di inganno universale. La forza della missione, secondo il santo, consisteva nell'appartenere totalmente a Maria, nel rendersi simili a Lei, fino a diventare Lei stessa, per permettere allo Spirito Santo di continuare a portare Cristo nel mondo, attraverso la testimonianza dei cattolici veraci. Il primo atteggiamento mariano, poi, era quello della preghiera; il secondo, a ruota, quello dell'ascolto. La carità, il terzo. Con questo spirito Kolbe fu missionario in Europa e successivamente in Giappone, presso Nagasaky, fondando la cittadella di Maria nota come Mugenzai no Sono o Giardino dell'Immacolata: rimasta miracolosamente intatta dopo l'attacco atomico degli Americani su Hiroshima e Nagasaky.

Il principale nemico di Padre Kolbe fu sempre lo spirito dell'Inganno incarnato nel Nemico di Dio, il grande manovratore occulto della storia, e dai suoi seguaci: Satana o Lucifero e i giudeo-massoni.

Il contrasto alla Massoneria e al credo anti-cristiano dei suoi adepti sionisti, nazisti e social-comunisti, fu una delle sue priorità missionarie.

Questa avversione lo portò a denunciare via stampa le trame massoniche e tutti i retaggi malefici della setta luciferina, guidata nel segreto e strumentalizzata da organizzazioni giudeo-farisaiche.

1917

L'impegno di Padre Kolbe crebbe in particolare nel 1917, quanto a Roma (come in più occasioni raccontò lo stesso francescano polacco) si svolse una processione massonica inneggiante a Lucifero, mentre in Russia imperversava l'incendio della grande rivoluzione massonico-bolscevica, al fine di avviare l'esperimento comunista – da estendere al mondo intero – e annientare il Cristianesimo, togliendo di mezzo un esercito di consacrati e gli stessi zar: i primi simboli e rappresentanti "politici" della fede cristiano-ortodossa nel grande paese. Dopo quell'evento, il giovane francescano si sentì ispirato a fondare la Milizia dell'Immacolata, per la conversione e santificazione di tutti, specialmente dei massoni, comprendendo come quella in corso fosse in realtà una lotta tra bene e male, tra figli della luce e i figli delle tenebre.

Sergio Basile

La cospirazione e l'anima del Talmud

Roma - Articolo estratto da Chiesa viva n° 125 - Nel 1917, Padre Massimiliano Kolbe fonda la “Milizia dell’Immacolata”. Naturalmente, la sua lotta non fu quella di abbattere le anime del nemico, ma quella di richiamarle e convertirle, per la loro eterna salvezza, e per questo, Padre Kolbe si rivolgeva anche ai suoi nemici. In un suo articolo dal titolo: “Poveretti!!!”, scriveva:

“L’uomo è redento. Cristo ha fondato la sua Chiesa sulla roccia. Una parte del popolo ebreo riconobbe in lui il Messia, gli altri, soprattutto i superbi farisei, non vollero riconoscerlo;
essi perseguitarono i suoi seguaci e diedero il via ad un gran numero di leggi che obbligavano gli ebrei a perseguitare i cristiani.
Queste leggi, insieme a narrazioni e ad appendici, verso il 500, formarono il loro libro sacro, il “Talmud”. In questo libro, i cristiani vengono chiamati: idolatri, peggiori dei turchi, omicidi, libertini impuri, sterco, animali in forma umana, peggiori degli animali, figli del diavolo, ecc. I sacerdoti vengono chiamati indovini e teste pelate (…).
La Chiesa (viene chiamata) casa di scempiaggine e di sporcizia. Le immagini sacre, le medagliette, i rosari, sono chiamati idoli.


Il "libro farisaico" per eccellenza

Nel “Talmud”, le domeniche e le feste vengono denominate giorni di perdizione. In questo libro si insegna, inoltre, che ad un ebreo è permesso ingannare e derubare un cristiano, poiché tutti i beni dei cristiani – vi è scritto – “sono come il deserto: il primo che li prende, ne diviene il padrone”.

Quest’opera che raccoglie dodici volumi e che ispira odio contro Cristo e i cristiani, viene considerata da questi farisei un libro sacro, più importante della Sacra Scrittura.
 

Il libro davvero fondamentale della massoneria

In ricorrenza del Congresso Internazionale dei massoni, che si tenne a Bucarest nel 1926, Padre Kolbe scrisse, in un articolo: «Quei signori (cioè i massoni) credono di essere loro a governare: ascoltiamo, allora, ciò che scrivono i “Protocolli dei Savi di Sion”», documento che Padre Kolbe chiamava: “Il libro davvero fondamentale della Massoneria”. Il Santo scrive: «Il protocollo n.11 afferma: “Noi creeremo e metteremo in atto le Leggi e i Governi (…) e, al momento opportuno, (…) sotto forma di rivolta nazionale. (…).è necessario che le popolazioni, sconcertate dall’avvenuta rivolta, poste ancora sotto l’influenza del terrore e dell’incertezza, comprendano che siamo talmente forti, talmente intoccabili, talmente pieni di potere che in nessun caso terremo conto delle loro opinioni e dei loro desideri, ma, anzi, siamo in grado di schiacciare le loro manifestazioni in ogni momento e in ogni luogo (…). Allora, per paura, chiuderanno gli occhi e rimarranno in attesa delle conseguenze. (…). A quale scopo abbiamo ideato e imposto ai massoni tutta questa politica, senza dare ad essi la possibilità di esaminarne il contenuto.

Questo è servito di fondamento per la nostra organizzazione massonica segreta (…) la cui esistenza neppure sospettano queste “bestie” da noi adescate nelle logge massoniche».


Giustizieremo i massoni!

Padre Kolbe, a questo punto, si rivolge ai massoni dicendo: «Avete sentito, signori massoni? Coloro che vi hanno organizzato e vi dirigono segretamente, gli ebrei, vi considerano delle bestie, attirate nelle logge massoniche per scopi che voi neppure sospettate (…). Ma sapete, signori massoni, che cosa vi attende il giorno in cui vi verrà in mente di incominciare a pensare da soli? Ecco, ascoltate: il medesimo protocollo prosegue affermando: 
«La morte è l’inevitabile conclusione di ogni vita. (…). Giustizieremo i massoni in modo tale che nessuno, (…) potrà avere dei sospetti, neppure le stesse vittime: moriranno tutti nel momento in cui ce ne sarà bisogno, apparentemente per effetto di malattie comuni (…)».

E il Santo continua: 
«Signori massoni, voi che, recentemente, durante il Congresso di Bucarest, vi siete rallegrati del fatto che la Massoneria si sta rafforzando ovunque, riflettete e dite sinceramente: non è meglio servire il Creatore nella pace interiore (…), piuttosto che obbedire agli ordini di chi vi odia?».

Kolbe ai capi incogniti della Massoneria

San Massimiliano si rivolge, infine, ai Capi Incogniti della Massoneria con queste parole: «E a voi, piccolo manipolo di ebrei, “Savi di Sion”, che avete provocato coscientemente già tante disgrazie e ancora di più ne state preparando, a voi mi rivolgo con la domanda:

quale vantaggio ne ricavate? (…). Gran cumulo di oro, di piaceri, di svaghi, di potere: tutto questo non rende ancora felice l’uomo. E se anche questo desse la felicità, quanto potrà durare? Forse una decina di anni, forse una ventina(…). E poi?…
E voi, capi ebrei, che vi siete lasciati sedurre da Satana, il nemico dell’umanità, non sarebbe meglio se anche voi vi rivolgeste sinceramente a Dio?».


L'Immacolata vi schiaccerà il capo!
                       

In un altro articolo del 1926, Padre Kolbe, sempre citando i “Protocolli dei Savi di Sion” scriveva: «Essi dicono di se stessi: “Chi o che cosa è in grado di far crollare una forza invisibile? La nostra forza è appunto di questa natura. La “Massoneria esterna” serve solo per nascondere i suoi scopi, ma il piano d’azione di questa forza sarà sempre sconosciuto alla gente». Ma il Santo sottolinea con sottile ironia: «Noi siamo un esercito, il cui “Condottiero” vi conosce ad uno ad uno, ha osservato e osserva ogni vostra azione, ascolta ogni vostra parola, anzi… nemmeno uno dei vostri pensieri sfugge alla sua attenzione. Dite voi stessi: in tali condizioni, si può parlare di segreto nei piani, di clandestinità e di invisibilità?». E qui, Padre Kolbe rivela il nome del “Condottiero” del suo esercito: «è’ l’Immacolata, il rifugio dei peccatori, ma anche la debellatrice del serpente infernale. Ella vi schiaccerà il capo!».

Tratto da Chiesa viva n° 125.

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